“Borseggi? I vigili non possono fare arresti”: l’ultima gaffe di Gualtieri, smentito dai numeri (VIDEO)

"I vigili come Cicalone", ironia della categoria sullo scivolone di Gualtieri

Caso borseggi a Roma, peccato che “i vigili urbani non possano fare arresti“. La pensa così  il sindaco Roberto Gualtieri che in un intervista sul tema borseggi e forze di polizia ha lasciato di stucco la categoria della Polizia Locale di Roma Capitale. “Ah, non possiamo fare arresti? Allora siamo come Cicalone“, la risposta a Gualtieri tra sgomento e ilarità.

“I vigili come Cicalone”, ironia della categoria sullo scivolone di Gualtieri

Ecco l’intervento choc di Gualtieri. “Ci sono, numeri alti con due bande in azione, e abbiamo chiesto i rinforzi delle forze di Polizia. Ho chiesto all’Atac e alla Polizia Locale che non possono fare arresti…di aumentare la presenza“.

Tanto è bastato per scatenare ilarità e sgomento tra i vigili urbani. Anche perché i vigili – come è stranoto – hanno compiti anche di polizia giudiziaria e compiono spesso arresti come testimonia anche la cronaca di Canaledieci

Per il segretario romano del SulPl, il Sindacato Unitario Lavoratori Polizia Locale, Marco Milani la gaffe di Gualtieri è sintomatica dell’attenzione riservata ai vigili.

Ma in categoria – aggiunge il sindacalista – serpeggia anche il sospetto che dietro il mancato impiego degli agenti nel contrastare le bande di borseggiatori sulle linee metropolitane, oltre l’ignoranza possano esserci motivi economici, quali un prossimo appalto di 93 milioni di euro per tre anni di vigilanza privata nelle stazioni.

Per dare un idea, tutti gli straordinari di tutti 6000 agenti della polizia locale orari notturni compresi, ha un costo di 10.5 milioni di euro l’anno, qualcuno intende spenderne oltre 30 per le sole stazioni metro oltretutto chiuse negli orari notturni”.

I dati

Da gennaio 2023 al 30 giugno 2024 sono oltre 120 gli arresti avvenuti ad opera della Polizia locale di Roma Capitale. I gruppi maggiormente coinvolti sono quelli speciali, Spe, GSSU e Gpit, la Polizia giudiziaria in Procura, Trevi e Parioli.

Le reazioni del corpo

Sul punto interviene Sergio Fabrizi segretario provinciale Ugl Autonomie di Roma che dichiara: “È imbarazzante, come organizzazione sindacale, pensare di doversi confrontare sulle problematiche del personale della Polizia Locale con un sindaco che non conosce le competenze professionali dei propri dipendenti.

Se un sindaco, tra l’altro della Capitale d’Italia, disconosce che i propri agenti compiano anche arresti, come giustifica le spese per l’acquisto delle manette?

E se ignora che tra gli obblighi di legge degli agenti ci sia quello di intervenire per interrompere un reato in corso, cosa può dire nelle riunioni dei Tavoli prefettizi sulla Sicurezza a cui è chiamato ad intervenire? Il dubbio ora sorge spontaneo: il sindaco Gualtieri è almeno a conoscenza delle proprie responsabilità in tema di sicurezza urbana?“, chiude il sindacalista.

Anche Mirko Anconitani UIL FPL si ritiene allibito: Il Corpo della polizia locale di Roma Capitale ed i suoi 6.000 agenti ed ufficiali meriterebbero più rispetto e considerazione, ancor più convinti che serva una seria riforma delle polizie locali d’Italia che riconosca alla polizia locale pari diritti pari tutele, pari strumenti e pari dignità al pari dei corpi di polizia dello Stato.

In questo modo si eviterebbero anche grosse confusioni e scivoloni come quello in cui è inciampato il primo cittadino della capitale. Basta ipocrisie, mettiamo al centro la Vera Polizia di Prossimità”.

Vigili come Cicalone

E sulle esternazioni del sindaco Roberto Gualtieri secondo cui la Polizia Locale non ha il potere di eseguire arresti interviene anche il Presidente dell’ARVU Europea Mauro Cordova che a nome della storica associazione arriva a chiederne le dimissioni.

Evidentemente per il sindaco gli agenti in metro sarebbero come Cicalone dal momento che per lui non avrebbero il potere di eseguire arresti.

Eppure agli 800 neo assunti da circa tre mesi presso la scuola del Corpo vengono ripetuti a menadito i doveri ed i poteri derivanti dalle qualifiche di agenti di Pubblica Sicurezza e di Polizia Giudiziaria.

Dopo questa gaffe sul Corpo di Polizia Cittadino, da fare invidia alla recente leadership americana, il sindaco dovrebbe seguirne l’esempio e dimettersi“, conclude Cordova.