Ostia, il Campidoglio vuole il Borgo dei Pescatori bis ma non la racconta giusta

Prima seduta delle due previste nel processo partecipativo per la realizzazione del Borgo dei Pescatori 2 con un colpo di scena finale: tavole non aggiornate sul sito istituzionale

Signori e signore ecco a voi un progetto “fantasma” che il Campidoglio presenta come vero. Si tratta del Borgo dei Pescatori bis, un nuovo insediamento da 344 abitanti, sei palazzine da sei piani, negozi per 3300 metri quadrati e un fantomatico albergo di proprietà comunale. Il tutto in un’area occupata dalle originarie dune di macchia mediterranea, stretta tra ferrovia, Canale dei Pescatori e lungomare.

Prima seduta delle due previste nel processo partecipativo per la realizzazione del Borgo dei Pescatori 2 con un colpo di scena finale: tavole non aggiornate sul sito istituzionale

E’ stato questo l’oggetto della prima delle due sedute convocate a Ostia nel mese di luglio (la prossima sarà il 31 luglio) nell’ambito del progetto partecipato per l’intervento di trasformazione urbanistica I-12 Borgo dei Pescatori. L’incontro, tenutosi nel pomeriggio di oggi, lunedì 22 luglio in una delle aule dell’Università Roma 3 di Castelfusano, si è concluso con un colpo di scena che di fatto vanifica la seduta: i progettisti hanno discusso di un progetto nuovo rispetto a quello annunciato sul sito istituzionale del Comune di Roma, quest’ultimo datato 2007.

Il tema è quello della costruzione di un nuovo quartiere a ridosso del Borghetto dei Pescatori, tra via delle Quinqueremi, largo dei Canotti, la ferrovia Roma-Lido e le storiche casupole affacciate sul canale. Si tratta di un programma di iniziativa privata che ha un’estensione di 84.300 metri quadrati oggi occupati dalle dune sabbiose della macchia mediterranea. Il progetto a Ostia è conosciuto come Ibis, passato di mano come proprietà dalla famiglia Petrini a quella dei costruttori Mezzaroma.

Secondo quanto hanno annunciato rappresentati capitolini e progettista, l’obiettivo è quello di costruire un nuovo quartiere. Si intendono realizzare sei edifici destinati ad abitazioni (4504 mq, alti sei piani ovvero 19,75 mt per 344 nuovi abitanti), un immobile alto 5 piani ovvero 18,5 mt (7021 mq) da destinare a turistico ricettivo di proprietà comunale, un centro commerciale da 3300 mq (con parcheggio interrato e un supermercato da circa 2000 metri quadrati), una scuola da 0 a 6 anni e la nuova sede della ASD Pescatori Ostia (totale 5935 mq incluso il campo da calcio).

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I progettisti e i rappresentanti dell’Assessorato comunale all’Urbanistica hanno anche annunciato che secondo il piano 17519 mq saranno destinati a verde pubblico e 12165 mq a parcheggi pubblici dei quali quasi la metà (5236 mq) interrati. Una strada, il prolungamento di via dei Palombari fino a largo dei Canotti, taglierà in due il comprensorio. Prevista anche una comunità energetica tramite combustione di biomasse.

Fin quei i contenuti del cosiddetto “Ambito di Trasformazione Ordinaria ATO I-12 Borgo dei Pescatori – Ostia. Programma d’intervento di trasformazione urbanistica”, sul quale i residenti hanno espresso dubbi e perplessità.

Consultando, infatti, gli allegati messi a disposizione dei partecipanti sul sito istituzionale del Comune di Roma, c’è chi ha rilevato che via delle Quinqueremi è destinata a diventare una strada a scorrimento veloce di quattro corsie senza parcheggi. E’ emerso pure che si prevede un nuovo ponte sul Canale dei Pescatori che prosegue proprio via dei Pescatori. E si è anche arrivati a evidenziare che il progetto altro non è che il frutto di una conferenza dei servizi senza neanche uno straccio di convenzione pubblico-privato. Lascia perplessi anche il fatto che chi realizzerà l’operazione dovrà costruire una struttura turistico-ricettiva che il Comune di Roma dovrà successivamente assegnare “mediante procedura di evidenza pubblica”.

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Il colpo di scena

L’osservazione clamorosa, però, è arrivata dagli esponenti di Labur, Laboratorio Urbanistico, Andrea Schiavone e Paula Felipe De Jesus: le tavole pubblicate sul sito comunale introduttive all’argomento, sulle quali, dunque, i cittadini devono formare il loro giudizio nel processo partecipativo, sono vecchie. Datano a 17 anni fa, ovvero 2007. Un semplice errore? Un atto in malafede? Una circostanza frutto di ritardo? Fatto è che la prima seduta del processo partecipativo (indetto guarda caso nell’ultima decade del mese di luglio, quando molti sono in ferie) oltre che un grande flop è da ritenersi non valida.

Cambio di tavole

Finalmente, dopo la pubblicazione del nostro articolo e la pec di segnalazione di Labur, l’Assessorato all’Urbanistica del Comune di Roma mercoledì 24 luglio ha sostituito le tavole sul sito istituzionale, pubblicando il nuovo progetto.