In fuga dal carcere minorile, la polizia sta cercando di rintracciare tre giovanissimi evasi
Clamorosa fuga dal carcere minorile di Casal del Marmo. Tre giovanissimi detenuti, un 15enne e due 17enni tutti di nazionalità tunisina, oggi, domenica 21 luglio, hanno scavalcato il muro di cinta e si sono dileguati. Le ricerche della polizia penitenziaria, estese alle altre forze dell’ordine, sono ancora in corso.
I tre ragazzi sono fuggiti approfittando del caos che si è creato dopo una rissa scoppiata intorno alle cinque e mezza del pomeriggio tra i detenuti delle due palazzine del penitenziario.
Per l’istituto di pena – che ospita 55 giovanissimi a fronte di una capienza massima di 45 – un’altra giornata di massima emergenza. Una precedente fuga era stata registrata nel 2013.
Risse, incendi appiccati più volte, tentativi di rivolte. Sono messi caldi e carichi di tensione per i ragazzi di Casal del Marmo, perlopiù stranieri e con storie difficili alle spalle.
“Ricordiamo che lo scorso 27 giugno sempre a Casal del Marmo si è verificata una maxi rissa tra magrebini, mentre, nella notte del 7 luglio scorso due detenuti hanno incendiato un materasso in una sezione – spiega il sindacalista Massimo Costantino segretario generale della Fns Cisl – Le aggressioni contro gli agenti, anche feriti, nemmeno si contano più”.
Ad aumentare la tensione secondo il sindacalista proprio il sovraffollamento. “Va ricordato – spiega Costantino – che nelle carceri minorili non esistono circuiti differenziati e ciò rende molto oneroso il lavoro, laddove detenuti con psicopatologie, problemi di dipendenza ed altre patologie e diverse etnie in spazi relativamente stretti alza il livello di tensione.
I pochi poliziotti rimasti sono costretti a turni massacranti senza turn over o assegnazione di nuove unità”
Secondo la Fns Cisl Lazio servono ulteriori interventi da parte del Governo, perché quelli già messi in campo dallo scorso anno con punte di nuove assunzioni mai viste prima in questi numeri, sono insufficienti a gestire quella che ormai è una grave emergenza.
Sul caso è intervenuto anche Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. Per il segretario per il Lazio Maurizio Somma “ora è fondamentale riacciuffare i tre detenuti ma la grave vicenda porta alla luce le priorità della sicurezza (spesso trascurate) con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria”.
Per Donato Capece, segretario generale del SAPPE, “questa evasione è la conseguenza dello smantellamento, negli anni, delle politiche di sicurezza dei penitenziari che il sibdacato denuncia da anni“.