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Sogna ragazzo sogna: Garbatella celebra De Rossi bambino

Garbatella celebra Daniele De Rossi, due poster e un verso: "Sogna ragazzo sogna"

“Sogna ragazzo sogna”. È il verso di Roberto Vecchioni che accompagnano due poster artistici dedicati all’amato allenatore della Roma Daniele De Rossi, ritratto sorridente da bambino, comparsi su un due strade a Garbatella.

Garbatella celebra Daniele De Rossi, due poster e un verso: “Sogna ragazzo sogna”

Non è la prima volta che De Rossi diventa protagonista di un’opera d’arte di strada: ad aprile scorso, nel giorno della sfida dei quarti di finale di Europa League tra Milan e Roma, era spuntato nel Rione Monti un murale firmato Anonimo74, che raffigurava l’allenatore giallorosso nei panni del supereroe della Marvel Iron Man, racchiuso in un’armatura da guerriero invincibile.

La sorpresa ieri mattina, 17 luglio, quando Garbatella si è svegliata con due poster dedicati a Daniele De Rossi, l’attuale allenatore della AS Roma, nonché bandiera storica della squadra giallorossa e campione del mondo con la Nazionale Italiana nel 2006.

A realizzare i due poster artistici affissi in piazza Damiano Sauli e in via Giacomo Rho,  Alessandra Francesca Coppola. La fotografa e videografa – di origine salernitana – per omaggiare il mister e soprattutto incoraggiare a sognare ha rielaborato una celebre foto di De Rossi bambino, biondo e sorridente, in posa con la maglia della Roma, quella con lo sponsor Barilla e il lupetto sul petto.

In basso la scritta “Sogna ragazzo sogna” ripresa dalla canzone di Roberto Vecchioni del 1999. “E’ per Daniele – ha confermato Coppola – ma anche per tutti i ragazzi che come lui sognano di poter vestire un giorno quella maglia”.

De Rossi, cresciuto a Ostia, a fianco del papà allenatore, è molto affezionato a quello scatto, tanto da citarlo nella sua lettera di addio al calcio giocato: “Che te ridi regazzi’? So’ felice! Perché sei felice? C’ho la maglietta della Roma. Ma non è che è falsa? Ma no, il numero l’ha cucito mia zia… E se te dico che la indosserai più di seicento volte? A me ne basterebbe una di partita”.

Per poi continuare. “Riguardando questa foto, che ormai conoscete tutti, mi rendo conto di quanto io sia stato fortunato, una fortuna mai data per scontata e per la quale non sarò mai abbastanza grato.

È stato un viaggio lungo, intenso, sempre accompagnato dall’amore per questa squadra.

Questa gratitudine non voglio lasciarla sospesa per aria, perché, mentre scrivo la parola grazie, non mi passano per la testa dei concetti astratti, ma dei ricordi e delle sensazioni, delle facce e delle voci”.