Il 17enne parla prima della lettura della sentenza. La mamma di Michelle Causo: "Troppi giovani allo sbando"
“L’ho uccisa, ma non ho premeditato l’omicidio. Ora voglio pagare per quello che ho fatto”. Le scuse non sono bastate. E’ stato condannato alla pena più alta, mai inflitta a un minorenne, il 17enne di origine cingalese che il 28 giugno del 2023 ha ucciso l’amica e coetanea Michelle Causo infliggendogli decine di coltellate per poi abbandonarne il cadavere in un carrello della spesa.
“Ho commesso un reato gravissimo e voglio pagare per quello che ho fatto”. Una lettera, poche righe, prima che il giudice del tribunale per i minori si ritirasse in camera di consiglio, prima che gli venissero inflitti 20 anni di carcere. La stessa pena chiesta dall’accusa.
È quanto ha letto in collegamento video dal carcere di Treviso l’imputato, il 17enne che nel giugno dello scorso anno ha ucciso a coltellate Michelle Causo a Roma per poi lasciare il cadavere, chiuso in una busta di plastica, in strada abbandonato in un carrello a poca distanza da un cassonetto per l’immondizia nel quartiere Primavalle.
“L’ho uccisa ma non ho premeditato l’omicidio”, ha aggiunto l’imputato, all’epoca dei fatti 17enne come Michelle, che aveva scelto di essere giudicato con il rito abbreviato che consente uno sconto di pena. I genitori della ragazza hano assistito all’udienza.
“Con questa sentenza – ha detto la madre – riusciamo un pochino a dare giustizia a Michelle. È la prima volta che un minore prende 20 anni, ma se li merita tutti”.
“Chi governa continua a tenere in piedi leggi vergognose. Vi sembra normale che per una ragazza ammazzata questo si prende vent’anni? Con il rito abbreviato non solo gli danno lo sconto di un terzo della pena ma oggi rischia anche di veder ridotti gli anni”, si sfoga invece Gianluca Causo, il papà di Michelle.
“Da quando è accaduto il fatto di mia figlia – aggiunge Daniela, mamma di Michelle – ci siamo battuti affinché non si ripeta, non ci sono pene certe, chi paga è sempre la vittima e questi sono i risultati. Sempre più omicidi, sempre più giovani allo sbando”.