Le polemiche dei residenti riguardo la pista ciclabile che va da via Isole Salomone al lungomare non si placano. Necessari lavori urgenti per renderla sicura
Servizio TG di Gloria Piccioli
Le polemiche riguardo la pista ciclabile che l’amministrazione sta recuperando a Ostia non accennano a placarsi, dato che i cittadini sottolineano la presenza di diverse problematiche. Così com’é la pista è pericolosa, va riammodernata e migliorata, per essere davvero utilizzabile in sicurezza dagli abitanti.
Il percorso della pista ciclabile, che parte da via Isole Salomone e arriva sul lungomare Paolo Toscanelli, secondo alcuni cittadini, presenterebbe numerose criticità, a partire dalla mancanza di sicurezza nei tratti in cui l’itinerario attraversa gli ingressi dei garage delle palazzine condominiali.
Un cittadino di Ostia evidenzia tutte le difficoltà nell’utilizzare la pista ciclabile che spesso è d’intralcio per la circolazione: “Nello specifico, davanti a un passo gradabile, per chi esce dal garage condominiale trova questa striscia, che tra parentesi ha una linea bianca continua, teoricamente non andrebbe attraversata, quindi uno non dovrebbe uscire dal garage, né entrare”.
La richiesta da parte dei residenti è di svolgere con urgenza alcune modifiche per rendere più sicura e delimitata la pista ciclabile: “Quantomeno fare una linea tratteggiata anziché continua e mettere dei cartelli per chi viene in bicicletta così ha un avviso che qui possono uscire macchine. Si rischia sempre che arriva una bicicletta di corsa specialmente biciclette elettriche”.
A creare alcune perplessità sulla pista ciclabile sarebbe anche la larghezza della pista ciclabile, che secondo il Movimento Italia dei Diritti non rispetterebbe la normativa vigente.
Paola Torbidoni, responsabile per il X Municipio del movimento “Italia dei Diritti”, spiega che alcune normative obbligherebbero le istituzioni ad ampliare la carreggiata della pista ciclabile: “Io ho visto una tabella che non so se è ancora in essere, ancora a valore, e parla che se è su una careggiata di un metro e cinquanta di larghezza minima, se è a doppio senso, quindi due corsie, deve essere larghezza minima due metri e cinquanta. Noi l’abbiamo misurata adesso davanti a voi e risulta due metri e trenta”.
“Io parlo sempre al condizionale- prosegue la Torbidoni – aspettiamo che il decimo municipio ci dica se rispetta almeno gli standard. Sappiamo come sono fatte le piste ciclabili in Europa e sicuramente non sono fatte in questo modo. In tutti i Paesi la pista ciclabile è fatta su strada e protetta in alcune volte da un cordolo che separa le macchine che sono il mezzo più potente, dai ciclisti che sono il mezzo meno potente e i ciclisti devono anche stare attenti ai pedoni perché sono inermi”.
“Loro – conclude Paola Torbidoni – si sono limitati a dipingere di rosso il marciapiede antistante la pista”.
L’ideale sarebbe prendere spunto dalle piste ciclabili presenti in Europa e nel mondo, dove tutte queste misure di sicurezza sono rispettate e permettono il transito ai ciclisti eliminando alla radice ogni tipo di problema.
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