Taglio del nastro da parte del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano nel museo archeologico presso gli Scavi. Delusione per il mancato rientro dell’Opus Sectile
E’ stato riaperto al pubblico il Museo archeologico di Ostia presente all’interno dell’area degli Scavi romani. Lo sforzo del ministero, concretizzatosi in una spesa di circa tre milioni di euro di fondi Cipe, è rimasto però a metà: delusione, infatti, per quanti si aspettavano il ritorno a Ostia dell’Opus Sectile, preziosissima opera che rimane nel Museo dell’Alto Medioevo all’Eur.
L’opera di ristrutturazione si è concretizzata in due direzioni: da una parte i lavori di adeguamento strutturale dell’edificio e allestimento interno e dall’altra al restauro delle opere inserite nel percorso espositivo. Si è trattato di rimettere a nuovo e rendere più funzionale rispetto alle esigenze dei visitatori un fabbricato, il Casone del Sale, risalente al XVI secolo, adattato a museo nel 1934 e rivisitato nel 1962. Oggi, a più di 60 anni, il Museo torna disponibile in una chiave più moderna, con la giusta illuminazione e con inserite anche tecnologie multimediali.
I lavori, iniziati nel 2021, si sono conclusi con un ritardo di diversi mesi rispetto al cronoprogramma che prevedeva la riapertura nel 2023.
Alla cerimonia di questa mattina sono intervenuti il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, il Direttore generale Musei, Massimo Osanna, e il Direttore del Parco archeologico di Ostia antica, Alessandro D’Alessio.
“La necessità di riallestire il museo – spiegano dal Ministero della Cultura – nasce dalla duplice esigenza di illustrare la storia e il contesto della città romana di Ostia grazie a un racconto museale del tutto nuovo rispetto al passato e, al tempo stesso, di adeguare e mettere a norma, anche dal punto di vista statico-strutturale e dell’accessibilità fisica e cognitiva, il Casone del Sale, l’edificio risalente al XVI secolo e già sede del Museo Ostiense. Quest’ultimo è stato aggiornato anche nella dotazione impiantistica, illuminotecnica e tecnologica, oltre che sul piano scientifico ed espositivo, al fine di conferire alle opere che ospita la giusta atmosfera e la piena godibilità”.
In occasione del riallestimento, oltre cento opere che ne costituiscono la collezione permanente sono state interessate da interventi di restauro specialistico: un progetto complesso, che ha affrontato diverse situazioni conservative determinate innanzitutto dalla tipologia dei manufatti (sculture, rilievi, mosaici, pitture, ecc.) e dai relativi materiali costitutivi; si è inoltre dovuto tenere conto delle integrazioni e modifiche apportate alle opere dopo il loro rinvenimento nel corso del XX secolo. Diversamente dal passato, si è deciso di non reintegrare quanto inesorabilmente perduto, proprio per favorire l’apprezzamento di quanto invece superstite; pertanto, per una serie di sculture sono state studiate e dimensionate strutture autoportanti in metallo, in grado di restituire gli ingombri delle porzioni assenti consentendo al visitatore di immaginare e reintegrare mentalmente le parti perdute.
Tra i reperti più apprezzati e preziosi vanno annoverati la Vittoria Alata, la statua di Amore e Psiche, la testa di Antonino Pio, il monumentale Dio Mitra che sacrifica il toro, il sarcofago delle Muse e il sarcofago dell’Iliade, trafugato e venduto ad un museo tedesco e poi rientrato a Ostia.
Il percorso espositivo è integrato da un apparato multimediale che va a completare gli strumenti didattici tradizionali: touchscreen su cui si possono approfondire, attraverso fotografie storiche e disegni conservati negli archivi ostiensi, i principali monumenti e quartieri cittadini – un modo per rendere fruibile un patrimonio di documentazione solitamente non visibile; inoltre, video di approfondimento fruibili mediante sistema sound shower, cioè con audio direzionato sullo spettatore in modo da non arrecare disturbo agli altri visitatori presenti in sala.
L’Opus Sectile è un’opera di un valore storico e monumentale incredibile. Si tratta delle pareti decorate di una villa fuori Porta Marina recuperate a Ostia ma trasferite, tra il 2006 e il 2009, nel Museo dell’Alto Medioevo, in piazza Guglielmo Marconi all’Eur. Quei 150 metri quadrati di intarsi marmorei di minerali anche estinti, rappresentanti scene di caccia ma anche un uomo con aureola e barba scura (la prima rappresentazione di Cristo in Italia?), risalenti al IV Secolo d.C. rappresentano un gioiello di rarissima bellezza.
Confinata lontano da Ostia, l’Opus Sectile secondo indiscrezioni è stata data in fase di ritorno nella sua sede originaria ma l’apertura del Museo restaurato e riorganizzato non la propone ancora. Con grande delusione di quanti speravano in una ricchezza in più per gli Scavi romani che, nonostante il loro indiscutibile fascino, continuano a non superare quota 300mila visitatori l’anno (nel 2023 sono stati 273.638), ben lontani dalla top ten italiana (anzi arretra di una posizione dal 24mo al 25mo posto rispetto all’anno prima).