I legali della famiglia: "Cartelli e salvamento oggi, confermano la conoscenza del grande pericolo di balneazione su quella spiaggia"
Nella spiaggia libera grigia di Ostia, anche detta “spiaggia dei cani” oggi ci sono sia il cartello d’interdizione alla balneazione che il servizio di salvamento.
Quasi un eccesso di zelo viene da pensare con rabbia, nello stesso tratto di mare dove dieci mesi fa, con una corretta applicazione delle due disposizioni di sicurezza per i bagnanti, si sarebbe forse potuta salvare Luigia Palmisano, l’anziana annegata il 6 settembre 2023, che il prossimo 29 luglio avrebbe compiuto 77 anni.
Prosegue l’azione legale per accertare eventuali responsabilità per l’omicidio colposo di Luigia Palmisano, richiesta dai familiari della 76enne deceduta lo scorso 6 settembre per annegamento, sulla Spiaggia libera Grigia di Ostia, all’epoca priva di salvataggio, nonostante le numerose richieste di predisposizione, e con cartelli assolutamente inadeguati rispetto alla pericolosità della balneazione.
Posti ad un’altezza di due metri, a decine di metri di distanza dalla battigia e visibili solo venendo dall’interno, dovevano comunicare una serie di informazioni a dir poco vitali, come la “mancanza di assistenza e il limite delle acque sicure” e a quelle condizioni, un divieto di balneazione.
Ma si notavano poco e si leggevano male, tanto da non aver sortito l’unico effetto necessario, e cioè quello di allertare i bagnanti sugli enormi rischi di quel tratto di mare.
Pochi giorni dopo il decesso furono gli avvocati, procedendo per omesso impedimento della morte della donna, ad ottenere l’autopsia sulla salma di Luigia Palmisano, che dimostrò come la vittima avrebbe potuto salvarsi se su quella spiaggia fosse stato presente un servizio di salvamento.
Ma oggi tra gli argomenti a sostegno sia dell’individuazione della responsabilità dell’amministrazione locale su questo decesso, sia in generale sulla predisposizione di idonee misure a tutela dell’incolumità dei cittadini, c’è di più.
Gli Avvocati Domenico Stamato e Vittorio Mazzocca Gamba, nel seguito della documentazione prodotta al PM, insistono sullo stato dei luoghi al momento del decesso della donna, e del pericolo derivante dall’assenza di cartelli adeguati e del servizio di salvamento, che la scorsa estate erano ben noti ai vertici dell’Amministrazione locale, ma ai quali non venne posto rimedio nell’immediatezza del decesso della 76enne, bensì solo a giugno di quest’anno.
“Le tesi difensive che evidenziavano un’inadeguatezza delle misure, tese a garantire l’incolumità della numerosa cittadinanza che frequenta le spiagge libere di Ostia Ponente, in quel tratto di mare – spiegano gli Avvocati -, trovano oggi conferma nella doppia presenza sia di un idoneo servizio di salvataggio, sia in una informazione cartellonistica, che prescrive perfino un divieto di balneazione su quella spiaggia pericolosa, in prossimità del Porto Turistico. Se le stesse misure fossero state presenti a settembre 2023, la signora Palmisano si sarebbe potuta salvare. Saranno ora da chiarire eventuali responsabilità a titolo di cooperazione, di vari soggetti che avrebbero dovuto impedire una morte annunciata” – concludono.