Roma, rivolta nel Centro per il Rimpatrio: ospite tenta di togliersi la vita

Ennesimo tentativo di suicidio nel Centro per il rimpatrio di Roma: nella struttura dove morì il 22enne Ousmane Sylla, cova una situazione esplosiva

Foto d'archivio - rivolta nel CPR

Una situazione esplosiva quella del Centro per il Rimpatrio di Roma a Ponte Galeria. sfociata in una rivolta ieri notte, quando gli ospiti intorno alle 22,00, hanno iniziato a dare in escandescenza, bruciando materassi e sbarrando le porte.

La miccia è stato l’ennesimo tentativo di suicidio di un giovane ospite, bloccato in tempo dagli uomini della Polizia di Stato, che sul posto poi con altre forze intervenute, hanno dovuto domare la tempesta di rabbia degli altri ospiti della struttura.

Ennesimo tentativo di suicidio nel Centro per il rimpatrio di Roma: nella struttura dove morì il 22enne Ousmane Sylla, cova una situazione esplosiva

Aveva deciso di farla finita convinto forse che non sarebbe mai riuscito a tornare nel suo paese, il giovane che ieri sera è stato salvato dagli agenti di Polizia di Stato, prima che la corda che si era messo intorno al collo gli togliesse la vita.

L’ennesimo tentativo di suicidio in quella struttura è stato bloccato in tempo grazie al tempestivo intervento degli agenti che lo hanno poi affidato alle cure dei medici della struttura.

Lì dentro, dove lo scorso febbraio Ousmane Sylla riuscì purtroppo nel suo intento suicida, cova l’inferno negli animi, con tante troppe persone nel limbo della speranza, come nel caso del 22enne, di tornare in Africa. 

E il termometro della rabbia ieri sera si è subito sollevato dopo la scampata tragedia del giovane, quando gli ospiti hanno dato in escandescenza scatenando le fiamme sui materassi.

L’immediato intervento congiunto di polizia e carabinieri, è riuscito a sedare la protesta, ma la situazione drammatica nella struttura è più che mai irrisolta.

La violenta rivolta esplosa a febbraio 2024

La protesta e i roghi di ieri notte sono stati lo scenario fotocopia di appena cinque mesi fa, quando la morte suicida del 22enne guineano, avvenuto alle prime ore di ieri domenica 4 febbraio, scatenare un’ondata di rabbia incontenibile da parte degli ospiti del reparto maschile del CPR, che degenerò in incendi e danneggiamenti.

Solo a tarda notte poliziotti e carabinieri riuscirono ad introdursi nella struttura e sedare la rivolta. In tre finirono in ospedale.