Tivoli, il prof di religione condannato: “Gli abusi anche sul letto dove aveva dormito Papa Wojtyla”

Il prof di religione condannato per pedofilia: le motivazione della sentenza

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Mirko Campoli

Uno degli abusi riconosciuti sarebbe avvenuto anche sul letto dove aveva dormito anni prima papa Giovanni Paolo II. Le motivazioni della sentenza di condanna di Mirko Campoli, non lasciano scampo all’ex professore di religione, ex vice preside dell’istituto Fermi, e già dirigente di Azione Cattolica di Tivoli, finito sotto accusa per gli abusi, gravi e ripetuti, su più minorenni a lui affidati mentre partecipavano a gite o raduni religiosi.

Il prof di religione condannato per pedofilia: le motivazione della sentenza

Nel motivare la condanna a 9 anni, il giudice di Tivoli ha riconfermato in pieno il quadro accusatorio contro l’imputato già tracciato dal mandato di arresto compreso il particolare, inquietante, che uno degli abusi – come rivelato dalla vittima – sarebbe avvenuto sul letto di una camera dove aveva dormito Papa Wojtyla.

Nelle motivazioni il giudice di Tivoli, infatti, riporta un passaggio delle ricostruzioni di una delle vittime del prof, uno dei due minorenni che nel 2017 avrebbe subito le violenze tenuto in un campo estivo dell’Azione Cattolica a Loreto, nella camera dove aveva riposato, durante un suo viaggio alla basilica della Santa Casa, l’amato papa: “Ricordo bene quando Mirko, abbassandomi del tutto i pantaloni, mi toccò e scattò con il suo smartphone alcune fotografie riprendendomi. Fingevo di dormire, ero raggelato”.

Ricordo che era lo stesso letto posto nella camera in cui precedentemente papa Giovanni Paolo II aveva dimorato“, aveva precisato già in denuncia la vittima.

Il ragazzo allora aveva da poco compiuto 16 anni. A spingerlo a denunciare lo sconcerto provato quando due anni dopo si ritrovò ad assistere a una sorta di seminario contro la pedofilia tenuto da Campoli. Temeva che con la sua aria bonaria, i suoi ‘sani principi’, potesse raggirare altri adolescenti.

Le vittime

Campoli, 46 anni, già insegnante di religione e vicepreside dell’istituto Fermi di Tivoli, da sempre impegnato (anche come presidente) nell’Azione Cattolica della  città, era stato arrestato a maggio 2023 dagli agenti del locale Commissariato con l’accusa di violenza sessuale ai danni di quattro adolescenti di età compresa, all’epoca dei fatti, tra i 10 e 16 anni.

Le violenze – secondo quanto ricostruito anche nella sentenza di condanna che si è concentrata su due vittime – sarebbero andate avanti per anni e compiute durante i campi scuola o nelle gite scolastiche.

Altre accuse sono all’esame della procura di Tivoli. Dopo la decisione di lasciare l’Azione cattolica l’ex prof, per mantenere evidentemente un contatto diretto coi ragazzi  si era fatto assumere come educatore in una casa famiglia di Roma per bambini in difficoltà e abusati. Il quarto episodio sarebbe avvenuto, secondo gli investigatori, in questo contesto.

“Mai pentito”

Il giudice nella sentenza ha sottolineato la veridicità e la coerenza delle dichiarazioni delle vittime ed escluso le attenuanti generiche ritenendo che la confessione (tardiva) dell’imputato potesse sembrare più un’azione a sua difesa che non un vero pentimento.

Il prof aveva deciso di rendere esame solo durante il rito abbreviato limitandosi a confessare gli abusi su uno dei giovani, disconoscendo quelli che sarebbero avvenuti nella stanza dove aveva dimorato il papa: “Sono profondamente addolorato della vicenda che ha coinvolto Giuseppe (nome di fantasia, ndr) suo malgrado e non passa giorno e notte in cui io non mi senta profondamente addolorato per quello che è accaduto a lui”, aveva ammesso l’imputato.

“C’è una assunzione di responsabilità – aveva aggiunto – come ho fatto fin da subito, non appena ho avuto consapevolezza del fatto che lui si fosse reso conto di questi episodi gli ho risposto con un messaggio dicendogli “hai ragione”. Ed è la stessa cosa che faccio oggi qui. Non ho nessuna strategia che mi porta a minimizzare quello che ho fatto, voglio rendere ragione chiaramente di ciò che ho fatto“, ha concluso Campoli.

Nel procedimento si era costituita come parte civile anche la Garante per l’infanzia e l’adolescenza nel Lazio, Monica Sansoni, che tramite l’avvocato Pasquale Lattari, ha ottenuto 5mila euro da destinare a progetti nelle scuole della provincia di Roma. Per le due vittime degli abusi, invece, una provvisionale rispettivamente di 15mila e 10mila euro.

Per altre accuse la posizione del prof è ancora al vaglio della procura.