Elezioni Europee a Roma, il Sipo va in tilt: “Addetti ai seggi sequestrati per 24 ore” (VIDEO)

Nella Capitale è protesta per il caos scatenato dalla paralisi del sistema software per il conteggio dei voti delle elezioni europee

Si chiama Sipo. L’acronimo sta per Sistema Informatico della popolazione di Roma Capitale. Un portale costosissimo, come tutti gli apparati che fanno capo alle pubbliche amministrazioni, di cui anche il Campidoglio si è dotato dopo il graduale ingesso di tutti gli enti locali italiani nei data base dell’Anagrafe nazionale della popolazione residente (Anpr). Un’astronave telematica che avrebbe dovuto accelerare tutte le procedure relative alle elezioni per il rinnovo del Parlamento garantendo la condivisione delle informazioni con l’ufficio centrale elettorale situato presso la Fiera di Roma a Parco Leonardo.

Nella Capitale è protesta per il caos scatenato dalla paralisi del sistema software per il conteggio dei voti delle elezioni europee

E invece il Sipo ha fatto acqua da tutte le parti. Ha ostacolato in tutti i modi la consultazione dei dati attinenti ai singoli elettori tanto da costringerne alcuni a rinunciare all’esercizio del diritto di voto (leggi qui) ma ha, soprattutto creato le premesse per un vero e proprio sequestro di persona degli addetti al personale in forza ai singoli seggi elettorali.

Scene apocalittiche conclusesi solo all’alba di questa mattina, lunedì 10 giugno quando, constatata l’impossibilità di utilizzare i computer per la comunicazione dei risultati elettorali all’ufficio centrale, il Dipartimento competente di Roma Capitale ha dato il via libera alla chiusura delle sezioni costringendo scrutatori, presidenti, digitatori dati e messi comunali, ormai stremati da oltre 24 ore di lavoro, a raggiungere fisicamente la Fiera di Roma per consegnare gli elenchi scritti a mano dello spoglio, restituire le schede elettorali, incluse quelle bianche e non votate oltre a timbri, matite e tutti i verbali delle due giornate dedicate allo svolgimento delle consultazioni.

E’ stato un delirio -dice Ferdinando Bardi, nome di fantasia di uno degli operatori comunali presenti in un seggio scolastico di Montesacro- con scene incredibili perché, subito dopo la chiusura delle votazioni fissata alle 23.00 di domenica 9 giugno, e forniti i dati sull’affluenza degli elettori il Sistema Sipo ha manifestato tutti i suoi limiti. Impossibile condividere i dati dello spoglio e quindi anche le attribuzioni dei voti ai singoli candidati in tutta la capitale. Si è capito subito che bisognava ricorrere al servizio taxi che viene pagato con i soldi dei contribuenti per raggiungere la Fiera di Roma e adempiere a tutte le mansioni previste”.

Nessuna comunicazione è arrivata fino alle prime ore del mattino con i carabinieri che impedivano agli operatori, sempre più esasperati e senza neppure poter contare su scorte di cibo o acqua minerale, di abbandonare il seggio senza autorizzazione. C’è anche chi si è sentito male, mentre il custode della scuola andava su tutte le furie perché l’orario in cui l’istituto doveva essere chiuso era ormai stato abbondantemente superato. Alla fine, dopo aver minacciato di richiedere l’intervento della Protezione civile, è arrivato il ‘liberi tutti’ e, all’ufficio fiera, si sono formate subito file chilometriche di addetti con scatole piene di materiale cartaceo da vagliare”.

La situazione si è risolta solo dopo che nei seggi ancora aperti alle luci dell’alba c’è chi ha minacciato di chiedere l’intervento della protezione civile

Tutti imbottigliati all’unisono per colpa di un bug che ha mandato in blocco l’intero sistema. Non è possibile -conclude Bardi- che in una città come Roma non si trovino soluzioni adatte a evitare quanto sta accadendo, anche perché per avere i risultati finali non basteranno altre 24 ore ”.  Intorno alle ore 18.00 erano stati, infatti, scrutinati i dati relativi a 1043 sezioni e ne mancano ancora altrettante.

E mentre a Roma si attende l’elenco definitivo degli eletti e l’Italia è l’ultimo dei 12 Paesi sui 27 partecipanti alle elezioni Ue a non aver ancora concluso i conteggi (a parte il dato sull’affluenza pari al 49,66%), c’è chi punta il dito contro l’amministrazione capitolina invocando chiarezza sulle responsabilità di chi avrebbe dovuto garantire il funzionamento del Sipo, tra l’altro basato su un software unico e completamente diverso da quello in dotazione agli altri comuni d’Italia tanto che il sindaco Gualtieri ha ordinato l’avvio di un’indagine interna per capire le ragioni dei malfunzionamenti registrati.

Quello che è accaduto nella giornata di ieri e che è proseguito durante la scorsa nottata è un disastro senza precedenti nell’organizzazione dei servizi elettorali di Roma Capitale. Presidenti di seggio, rappresentanti del Sindaco ai seggi, personale adibito all’inserimento dati nel sistema informatico e personale adibito ad altri servizi -scrivono in una nota Funzione pubblica Cgil Roma e Lazio e Uil Federazioni poteri locali di Roma e Lazio- sono stati letteralmente sequestrati e hanno dovuto rimanere presso i seggi elettorali fino a tarda notte in quanto non era possibile inserire i risultati dello spoglio a causa di un problema tecnico sul sistema informatico, ricevendo disposizione di attendere presso il seggio la risoluzione del problema”.

“Solo quando erano ormai le 4 del mattino è arrivata la comunicazione, da parte del Dipartimento responsabile, di consegnare il materiale elettorale e i risultati presso la fiera di Roma per poi effettuare successivamente l’inserimento dei dati. Una decisione che sarebbe dovuta arrivare ore prima, invece di lasciare il personale per più di venti ore presso i seggi”.

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