Colla e slogan: nuovo attacco contro la sede nazionale di Pro Vita, a Roma. Stavolta in azione attivisti pro aborto.
L’assalto in pieno giorno contro la sede di Pro Vita: in azione attivisti pro aborto
L’assalto nella mattinata di oggi, giovedì 6 giugno: è il terzo in un mese, il tredicesimo in tre anni. In pieno orario di lavoro la sede nazionale di Pro Vita & Famiglia Onlus, con base in viale Manzoni, a Roma, è stata imbrattata da attivisti abortisti, tra cui una sedicente artista che si autodefinisce “zecca rosa”.
A renderlo noto la stessa associazione che promuove la famiglia tradizionale e condanna l’aborto non terapeutico.
La donna, accompagnata da altre persone tutte a volto scoperto e da un cameraman evidentemente preallertato, ha prima gettato della colla sulla vetrina esterna della sede e poi affisso un manifesto da lei stessa realizzato con slogan abortisti e immagini di pugni chiusi.
I dipendenti della Onlus, impegnati in ufficio, sono subito usciti per strada e hanno rimosso il manifesto, diffidando la donna dal continuare a imbrattare la sede e invitandola a mantenersi a distanza mentre venivano chiamate le forze dell’ordine.
La donna ha iniziato a inveire con slogan pro-aborto protestando perché secondo lei si stava violando la sua “libertà di espressione” e “censurando” la sua “arte”.
Il gruppo si è allontanato poco prima dell’arrivo degli agenti di pubblica sicurezza, che hanno acquisito i video ripresi dai presenti tramite smartphone.
“Ormai ci rechiamo in ufficio ogni giorno sapendo che potremmo subire un nuovo attacco, visto il crescendo nella frequenza di azioni vandaliche, violente e intimidatorie: quello di oggi è il tredicesimo atto vandalico in meno di tre anni”, conferma il portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus Jacopo Coghe.
“Attivisti e collettivi abortisti e arcobaleno stanno fomentando un odio violento e ingiustificato contro di noi e questo è gravissimo. Ci tuteleremo nelle sedi opportune e ci aspettiamo dalla politica tutta, senza distinzioni di partito, solidarietà nei nostri confronti e dei nostri dipendenti e denuncia di quanto accaduto”.
L’ultimo attacco risale a pochi giorni fa, alla notte del 30 maggio. “Pagherete”, “Non vi daremo pace”, “Rivolta Trans”. Queste alcune delle minacce rinvenute l’indomani fuori dalla sede di viale Manzoni e subito denunciate.