FL 3 Roma-Viterbo, i pendolari: “Con Piano bus Trenitalia caos anche per chi va in ospedale”

La chiusura di alcune stazioni prevede soluzioni alternative lacunose e insufficienti per il Comitato pendolari

Sei ospedali tra cui anche quello del San Camillo, uno dei più grandi della capitale, diventeranno di fatto irraggiungibili nelle prossime settimane per chi vive a nord di Roma e nei quartieri settentrionali della città. L’annunciata chiusura per lavori di una tratta della FL 3, la linea ferroviaria che unisce la metropoli a Viterbo, farà strike di pendolari e non solo quando, a partire dal 10 luglio e fino all’8 settembre, le stazioni tra la cittadina capoluogo di provincia e Cesano chiuderanno i battenti.

La chiusura di alcune stazioni prevede soluzioni alternative lacunose e insufficienti per il Comitato pendolari

Il piano bus sostitutivi predisposto da Trenitalia è fallimentare, denuncia il Comitato Pendolari FL 3 per voce del suo presidente, Stefano Fabbri. “L’apertura dl cantiere nel periodo estivo è stata giustificata con il minor afflusso di viaggiatori sia a causa delle vacanze scolastiche, sia perché molti di loro si preparano ad andare in ferie. Ma è una scusa che non sta in piedi, basti pensare soltanto a tutti coloro che avranno necessità di raggiungere il San Camillo servito dalla stazione Roma Trastevere, o il Gemelli e il San Filippo Neri vicini alle omonime fermate. La società dei trasporti, con l’avallo della Regione Lazio che paga l’affitto dei mezzi, sembrerebbe orientata a mettere due navette per ogni treno in partenza o arrivo dai due capolinea. Un numero assolutamente inadeguato”.

A conti fatti il flusso di viaggiatori trasportato dai bus dovrebbe aggirarsi intorno alle ottocento persone l’ora. Circa 50 passeggeri per ognuno degli otto mezzi turistici che andranno verso Viterbo e degli altrettanti che viaggeranno in direzione opposta per Cesano.

Non abbiamo stime precise come quelle di Trenitalia che monitora costantemente la situazione -spiega Fabbri-ma ci vuole poco a fare due conti, considerando che soltanto i treni di dimensioni più piccole contano, ciascuno, 470 posti a sedere, molti più di quelli che avremo a disposizione su gomma. Le scene a cui assisteremo sono prevedibili, con resse tra viaggiatori ammassate e preoccupate di non riuscire a prendere navette ormai strapiene per non parlare delle persone a mobilità ridotta che, in virtù dei diritti previsti dal contratto di servizio, dovrebbero essere prelevati ad hoc con Ncc oppure taxi dedicati.  Non chiediamo tanto ma garanzie adeguate sì”.

Il Comitato pendolari sollecita in particolare chiarimenti immediati sul numero di vetture bus messe a disposizione di ognuna delle corse che fanno parte del calendario estivo e alla Regione Lazio di mettere in campo risorse e integrazioni adeguate a potenziare il piano bus nelle ore di maggiore afflusso per il rispetto dovuto al diritto alla mobilità, la salvaguardia dell’ordine pubblico e il pieno utilizzo degli abbonamenti annuali acquistati da molti passeggeri.

Il Comitato pendolari sollecita chiarimenti immediati altrimenti sarà mobilitazione

 Ma le lacune che rischiano di gettare nel caos le località della Tuscia e la stessa località di Cesano, per la concomitante mancanza di parcheggi di ampiezza sufficiente alla sosta delle navette, come ha già fatto sapere il XV Municipio, gettano le ombre del disservizio anche sui tanti turisti e visitatori che utilizzano la FL3 per raggiungere la zona dei laghi. A iniziare dal quello di Bracciano. Ma anche in direzione contraria considerando che la stazione di San Pietro sul tratto urbano della FL 3 è la porta di accesso alla Roma dei papi e del Vaticano.

La politica locale deve fare la sua parte -rileva il presidente del Comitato pendolari- e valutare le criticità oggettive che penalizzeranno tutta l’area, ma né il comune di Viterbo o quelli di Vetralla e Capranica hanno sinora mosso un dito”.

Nessuna delle nostre proposte è stata presa minimamente in considerazione dagli enti direttamente interessati, come quella di articolare i lavori per l’installazione del sistema Emrts che fornisce al macchinista tutte le informazioni necessarie per la guida strumentale del convoglio accelerando i tempi di percorrenza, su un periodo più ampio e concentrando i treni nelle fasce comprese tra le 5.00 e le 8.00 del mattino e dalle 17.00 a fine servizio per poi sospendere il servizio nella fascia oraria con minor frequenza di utilizzatori.

Lo scorso mese di febbraio il gestore dell’infrastruttura, Rete ferroviaria italiana, aveva fatto intendere che l’interruzione dei trasporti avrebbe, in effetti, riguardato il periodo compreso tra l’11 giugno e il 10 settembre (leggi qui). Poi il dietrofront, forse necessario a garantire il pronto impiego delle risorse poste a carico del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, e che in assenza di valide alternative getterà l’intera tratta nel caos mettendo i pendolari di fronte all’inevitabile necessità di prendere l’auto per non subire le conseguenze di attese inenarrabili alle fermate dei bus sostitutivi.

Ma questo significa che la via Braccianese Claudia e i nodi stradali di collegamento tra il viterbese e la capitale rischiano di trasformarsi in una infernale bolgia di lamiere in cui resteranno bloccate anche le navette di Trenitalia.

Non ritenendo possibile scendere a compromessi -conclude Fabbri- se dalla Regione Lazio non pervenisse a breve alcuna risposta o questa fosse non positiva, organizzeremo una mobilitazione per giovedì 20 giugno alle ore 11.00 presso la sede dell’Assessorato regionale alla Mobilità sito in Via Rosa Raimondi Garibaldi 7”.

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