“Ora corri in cielo”, Focene in lacrime per la morte di Fabrizio Bossoni

Focene in lacrime per la morte di Fabrizio Bossoni. L'amore per la famiglia e per la corsa

Fabrizio Bossoni

Focene è incredula e in lacrime. Non si arrestano le attestazioni di commiato per la morte di Fabrizio Bossoni, atleta appassionato e padre e marito modello, morto ieri mattina in un incidente sul Gra.

Focene in lacrime per la morte di Fabrizio Bossoni. L’amore per la famiglia e per la corsa

Fabrizio era un piccolo imprenditore, e papà di due figli, a Focene dove viveva era benvoluto da tutti. Seguiva la politica ma soprattutto la sua passione per il podismo e poi per il ciclismo. “Ora corri in cielo Fabrizio”, lo salutano in molti.

Si dice che chi trova un amico trova un tesoro…ed è vero..Al contrario perderlo è devastante. Non doveva andare così. Rimarrai sempre dentro al mio cuore e non potrò mai scordare il tuo altruismo e la tua lealtà”, il saluto di un’amica.

La notizia del dramma a Fiumicino è circolata subito, già a poche ore dall’incidente. La famiglia, straziata, si è precipitata sul Gra per l’ultimo saluto.

Restiamo increduli e addolorati dalla tristissima notizia dell’incidente stradale che ha causato la morte del nostro concittadino e amico Fabrizio Bossoni. Partecipiamo insieme a tutta la cittadinanza al dolore della famiglia“, il commento del Nuovo Comitato di Focene.

Avevi lottato contro il maledetto Covid come un leone e poi sei riuscito anche a tornare in una splendida forma. Hai sempre messo al primo posto la tua splendida famiglia, non capisco perché a una persona bella come te doveva succedere una cosa così terribile“, lo ricorda un altro amico.

L’automobilista

Sull’incidente indagano gli agenti della polizia stradale. L’allarme è arrivato alla Sala operativa della Polstrada poco dopo le sei del mattino di ieri, 29 maggio. Secondo una prima ricostruzione, Bossoni, che era alla guida della sua moto, sarebbe stato tamponato dall’auto e sbalzato per metri.

Per il ‘podista buono’ nessuno scampo. Il conducente dell’auto è stato indagato per omicidio stradale.

Il Running club di Fregene in lutto

Fabrizio Bossoni era iscritto al Running club Fregene. L’ultima sua corsa a Castel Fusano, una raccolta fondi per Emergency. A ricordarlo a nome del gruppo di podisti Leo.

Fabri, eri un amico, una persona per bene, un atleta gagliardo, un esempio e un vero sportivo. Fra poche settimane avresti compiuto cinquant’anni ma tutto quello che rimane a noi che ti volevamo bene sono la notte e il vuoto…

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Da come mi parlavi di tua moglie Melissa e dei tuoi figli, non riesco a non pensare a quanto fossi un marito esemplare ed un padre meraviglioso. Qualche settimana fa, di rientro in auto da una gara podistica a Passoscuro, con la gioia negli occhi e nel cuore, fremevi per arrivare a casa a cucinare un vero pranzo della domenica ai tuoi ragazzi.

Eri fiero di loro e mi dicevi che, di lì a poco, mi avresti concesso l’onore di farmi assaggiare la tua carbonara che, scherzando (ma neanche troppo), ritenevi di cucinare come nessun altro al mondo.

Fabri, da mesi ci scrivevamo quotidianamente per confrontarci su allenamenti, obiettivi podistici ma, inevitabilmente, anche per discorrere di vita, di famiglia e di salute.

Avevi sempre una parola gentile per me, eri un fratello maggiore che dava i consigli con garbo e mi bacchettava puntualmente dicendomi che non so correre i fondi lenti…a ritmo lento…

Nella nostra Focene decine e decine di persone ti conoscevano e ti volevano bene: la notizia della tua partenza ha fatto straripare tutto l’amore e la stima che avevi guadagnato con il tuo esempio, con il tuo essere una persona per bene e con la tua correttezza.

Fabri, la notte mi ricorda di quel percorso collinare che avevi scoperto non lontano da qui e che volevi a tutti i costi condividere …

La notte mi ricorda che, poche ore prima della tua tragica scomparsa, mi avevi scritto di un trucchetto podistico che “funzionava sempre” ed io, oltre a ringraziarti, ti ho scritto di cuore che per me eri un maestro”.

Sì, eri un maestro di grinta e di tenacia e spesso, scherzando, ci chiedevamo se fossi stato tu a scegliere i due sport di fatica per antonomasia (ciclismo e corsa) o se fossero stati loro a scegliere te”