Per le celebrazioni dei 150 dalla nascita di Guglielmo Marconi all’Infernetto è stato organizzato un convegno a cui ha preso parte, tra gli altri, anche il nipote dell’inventore e Premio Nobel.
Un percorso di approfondimento sulla figura di Marconi e gli effetti delle sue invenzioni sul mondo di oggi
Innovazione tra passato e presente. Se ne è parlato all’istituto comprensivo Francesco Cilea dell’Infernetto, dove è stato organizzato il convegno “Guglielmo Marconi, storia del genio che unì il mondo”, in occasione dei 150 anni dalla nascita dell’inventore.
“Un grande ricercatore, un grande rivoluzionario della comunicazione, ancora oggi molto presente e importante per gli alunni – ha commentato Gerardina Fasano, dirigente scolastica dell’istituto “Francesco Cilea” – L’appuntamento ha previsto il collegamento con circa 8.000 studenti. Cerchiamo di attivare sempre dei protocolli d’intesa proprio per poter sensibilizzare in rete la conoscenza di questi grandi uomini”.
Centocinquanta anni dalla nascita di Guglielmo Marconi ma anche 100 anni dalla nascita della radio in Italia.
“Assolutamente. Parliamo del 1924 –racconta il giornalista Sandro Sassoli – Prima nacque la BBC, sempre per opera di Marconi, nel 1922, e dopo due anni nacque la radio italiana. È stata una rivoluzione. La comunicazione, come ce l’ha portata Marconi, ha rivoluzionato veramente il mondo. I giovani devono capire l’importanza di questo messaggio di Marconi, che aveva previsto cose incredibili come il telefonino, il radar, la radio, la televisione. Già loro lavoravano a un progetto di televisione, questo pochi lo sanno”.
Presente anche il nipote del premio Nobel per la fisica, Guglielmo Giovannelli Marconi, che ha stimolato i ragazzi, invitandoli ad aprire la loro mente e ad osare, senza farsi abbattere dalle difficoltà.
“Mio nonno – afferma – ha sempre avuto a cuore l’educazione giovanile. I suoi più grandi successi li ha fatti nel periodo liceale e quando invece passò nella fase universitaria ebbe qualche problema perché fu bocciato sei volte in fisica dall’università di Bologna e quindi non si laureò mai. Questo è anche un messaggio positivo ai ragazzi: se uno boccia qualche esame non vuol dire che non possa inventare qualcosa. Bisogna spronare i ragazzi anche davanti alle sconfitte perché da una sconfitta può nascere una vittoria”.
Il convegno è stato anche l’occasione per riflettere sui rischi e le opportunità delle nuove tecnologie, tra cui anche l’intelligenza artificiale.
“Non so come l’avrebbe presa mio nonno -prosegue Guglielmo Giovannelli Marconi – lui però parlava sempre di una distinzione da fare nella scienza: la distinzione tra scienza etica e scienza distruttiva. La scienza etica era quella che lui proponeva sempre, che era a favore della salvezza dell’umanità. Una delle sue ultime frasi prima di morire è appunto ‘le mie invenzioni sono per la salvezza dell’umanità e non per distruggerla’. Il suo proposito era quello: fare una specie di cintura intorno al mondo di comunicazione però a favore del beneficio dell’umanità”.