Civitavecchia: due detenuti hanno malmenato in preda all’ira due suoi compagni di cella, creando un finimondo all’interno del carcere della cittadina alle porte di Roma. Uno delle vittime del pestaggio è stato ferito gravemente dovendo ricorrere alle cure ospedaliere. Quattro i feriti, tra i quali un ispettore della polizia penitenziaria.
Detenuti in preda all’ira massacrano di botte due loro compagni di cella, scatenando un finimondo nel carcere di Civitavecchia
Per riportare la calma all’interno del carcere civitavecchiese, la polizia penitenziaria ha avuto grandi difficoltà e solo con un intervento massiccio di agenti, con anche un ispettore rimasto contuso nel parapiglia, si è riusciti a evitare quello che poteva essere un massacro.
Assieme all’ispettore, è rimasto contuso anche un assistente carcerario, entrambi ricoverati e refertati con vari giorni di prognosi, nella rissa scatenatasi lo scorso lunedì.
Oltre ai quattro feriti, dunque, questo episodio di becera violenza ha causato anche diversi i danneggiamenti all’interno del carcere, in una situazione che è sempre più pesante e il sistema carcerario, non solo a Civitavecchia, è da tempo al collasso.
Organici carenti, con poco personale, devono far fronte spesso ad eventi come questo, a una violenza devastante che sta compromettendo l’ordine e la sicurezza all’interno del carcere.
La protesta alimentata da FNS Cisl Lazio per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla drammaticità della situazione, evidenzia la necessità di una riforma del sistema carcerario: “Non siamo più disponibili ad assistere e a subire il degrado che vive il sistema penitenziario, perchè non esiste civiltà in un Paese che non si occupi del fatto che regole minime di dignità e sicurezza sono valori unici che valgono anche all’interno dei penitenziari”.
La situazione nelle carceri della regione Lazio e dell’Italia intera è davvero grave sotto tutti i punti di vista: basti pensare alla facilità con la quale la droga riesce ad entrare nei penitenziari, come accaduto a Velletri. In quel caso lo stupefacente era stato introdotto all’interno perfino dal cappellano.
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