Il mese scorso è stato inaugurato l’ultimo tratto di pista ciclabile sull’argine del Tevere, da Parco Leonardo fino al confine con il Comune di Roma, e che farà parte della futura ciclovia tirrenica.
La richiesta dei residenti e di chi percorre la pista ciclabile è perentoria: bisogna garantire la sicurezza di tutti
A oggi, però, raggiungere il quartiere dalla pista ciclabile comporta alcuni rischi per i ciclisti e per i pedoni. I residenti del posto chiedono un passaggio pedonale rialzato e una segnaletica adeguata.
“Le auto qui impediscono di attraversare per accedere alla ciclabile dove, in realtà, non c’è un ingresso ufficiale -afferma Fabrizio Buzi, presidente del Comitato di quartiere Parco Leonardo- diciamo che è rimasta questa lingua di terra utilizzabile per l’ingresso tanto più che, in cima, hanno anche lasciato aperta la staccionata per poter accedere e sarebbe simpatico se questo attraversamento venisse messo effettivamente in sicurezza e regolarizzato con un dissuasore di velocità, come hanno fatto dall’altra parte in direzione di Fiumicino con un attraversamento rialzato segnalato con dei lampeggianti notturni”.
“Di fatto l’ingresso alla ciclabile, che è stata appena inaugurata e si trova a più di due chilometri di distanza da qui, per la gente è impossibile da raggiungere passando su marciapiedi, attraversando rotonde per poi arrivare dall’altra parte. Per percorrerlo a piedi -prosegue Buzi- ci vuole tempo e non si tratta solo di questo”.
“Il tema centrale è la sicurezza. Arrivare fino a quaggiù mette in pericolo bambini e persone disabili, specialmente, perché tutti sono costretti a passare sulla strada”.
Quali sono i pericoli per chi attraversa?
“Tanti perché la pista che è stata inaugurata un paio di settimane fa dal sindaco comporta pericoli per i pedoni e per chi passa in bicicletta con il rischio che le auto ci vengano addosso -dice una residente- l’altro giorno è passata una signora con una bambina di tre anni che ha avuto difficoltà a passare dall’altra parte. Vorremmo che fosse installato un dosso o quello che reputano più opportuno per farci attraversare”.
“Non c’è modo di accedere al marciapiede -sottolinea una signora seduta su una carrozzina- e ho dovuto andare sino laggiù alla caserma e, per giunta, in contromano dove passano le macchine. Servirebbe una rampa, assolutamente e non solo per noi che dobbiamo muoverci con questi mezzi per disabili ma anche per i passeggini e le stesse biciclette”.
In questo tratto di strada le auto viaggiano a forte velocità e, non essendoci un passaggio pedonale il rischio di essere investiti è molto alto.