Rissa a colpi di bottiglia nel quartiere Don Bosco, dove quella appena trascorsa è stata un’altra notte da incubo per i residenti della zona pedonale tra Via Flavio Stilicone e via Calpurnio Fiamma.
Ad intervenire i Carabinieri quando la baby gang responsabile di aver acceso la miccia, si era già data alla fuga lasciando sul posto un uomo ferito. Ad intervenire anche l’Ares 118, quando la zona pedonale è diventata accessibile dal parcheggio selvaggio. L’uomo però non ha voluto il soccorso per evitare l’identificazione. La situazione sempre più difficile della zona, nello sfogo del CdQ Don Bosco.
Rissa tra bande a Don Bosco. I residenti: “Siamo prigionieri delle nostre case non appena fa buio e si accende la violenza”
Chiunque passa di notte da quell’isola pedonale del quartiere Don Bosco, sa che deve guardarsi alle spalle. In quello spazio urbano che dal 2019 tiene fuori le auto per cercare di creare una piazza sociale, covano come in un nido di serpenti gruppi criminali, tra baby gang, spacciatori e senza fissa dimora ubriachi.
Mentre ciascuno cerca di dominare il territorio però, a fare le spese della guerriglia sono i residenti, che vivono nel terrore, e sono come spiegano: “Prigionieri della nostre case da oltre cinque anni, ogni sera non appena fa buio e si accendono i focolai della violenza”.
La scorsa notte un’altra rissa tra una banda di giovanissimi appena 18enni e senza fissa dimora, ha richiesto di nuovo l’intervento dei Carabinieri e dell’ARES 118 per un uomo colpito con una bottiglia di vetro.
Lo avrebbero aggredito al passaggio come mostra il video fornito dal CdQ Don Bosco, per rimarcare il “possesso” del territorio e forse derubarlo, di cosa poi, è un mistero.
“Non ci interessano i motivi – spiegano i residenti -. Ogni sera tanto ne trovano uno per scaricarsi anche contro chi vive qui barricato nel terrore. Un incubo che non vogliamo più e abbiamo chiesto più volte – ignorati -, le telecamere della videosorveglianza e maggiori controlli”.
La risposta arrivata non era quella attesa come spiega il Comitato di Quartiere Don Bosco: “Ci hanno detto che intervenire con la forza non è l’obiettivo. E che invece di essere intolleranti dobbiamo cercare di risolvere i problemi con la socialità. Non vediamo però come sia possibile interagire con chi per approcciarti ti circonda ed aggredisce”.
L’area urbana che all’origine della favola doveva diventare una piazza per tutti sta diventando un fallimento: “Tagliare fuori le auto non basta a dare sicurezza. Per chi passa a piedi di sera scatta il coprifuoco. Una situazione che prosegue da troppi anni per non prenderne coscienza e fare qualcosa” – spiega un commerciante.
La scorsa settimana scorsa, dopo la distruzione di una panchina di marmo i residenti hanno manifestato il loro dissenso per il mancato intervento ad oltranza: “Non ne comprendiamo le ragioni e continueremo a chiederlo per la sicurezza delle famiglie e prima che succeda qualcosa di irreparabile per persona innocente e inermi responsabile di dover tornare a casa a piedi. Abbiamo richiesto un comitato interforze sulla piazza e attendiamo una risposta diversa dal no” – conclude il CdQ Don Bosco VII Municipio.