Meningite scambiata per mal di testa, per la morte di Valeria Fioravanti tre medici a rischio processo

Slitta la prima udienza, la prossima fissata per il 23 maggio: medici sotto accusa per la morte di Valeria

Nella foto Valeria Fioravanti, dal gruppo social Giustizia per Valeria

Tre medici, di due ospedali romani, accusati di non aver riconosciuto i sintomi della meningite. Si deciderà il prossimo 23 maggio sul rinvio a giudizio chiesto dalla procura di Roma per tre medici accusati di omicidio colposo in relazione alla morte della 27enne Valeria Fioravanti, deceduta nonostante fosse stata visitata e rifiutata in più ospedali.

Slitta la prima udienza, la prossima fissata per il 23 maggio: medici sotto accusa per la morte di Valeria

La meningite batterica scambiata in un ospedale per mal di testa e in un altro ospedale per lombosciatalgia. Dietro al caso di Valeria Fioravanti – la 27enne romana  morta il 10 gennaio 2023 dopo giorni di dolori devastanti  e il giro di più ospedali – ci sarebbero state terapie sbagliate frutto di visite e diagnosi superficiali.

Sono le conclusioni della procura di Roma pronta a chiedere il processo con l’accusa di omicidio colposo per 3 medici: visitarono in due pronto soccorsi diversi la 27enne senza riconoscere i sintomi della meningite, condannandola – come ritiene la famiglia e la procura – così a una morte altrimenti evitabile.

L’apertura dell’udienza preliminare fissata per oggi è slittata per questioni procedurali relative alla costituzione di parte civili. In tribunale erano presenti i familiari della vittima accompagnati dai loro legali.

Il procedimento per i tre medici è stato aggiornato al 23 maggio. In quella data il gip potrebbe decidere se rinviare a giudizio o meno i tre camici bianchi.

Le contestazioni

Il primo era in servizio al Policlinico Casilino, gli altri due all’ospedale San Giovanni. L’udienza preliminare a carico dei tre camici bianchi è stata fissata per il 21 marzo.

La consulenza medico legale – che ha spinto la procura a formulare l’imputazione –ricostruisce una serie di errori di valutazione. La malattia che uccise la ragazza non venne riconosciuta, non si eseguirono in tempo esami specifici nonostante il quadro clinico suggerisse la meningite.

Valeria Fioravanti, mamma da un anno e dipendente di Aeroporti di Roma, all’epoca era una ragazza serena e realizzata: viveva a Frascati col compagno e la loro bambina di un anno. Impossibile per la famiglia rassegnarsi.

Le diagnosi sbagliate

La prima diagnosi sbagliata – secondo la consulenza in mano alla procura – viene formulata al policlinico Casilino: per i sanitari la cefalea – un forte mal di testa – riferito dalla giovane all’arrivo in pronto soccorso poteva essere causata da un movimento brusco dei giorni precedenti.

Il secondo errore, una settimana dopo, al San Giovanni Addolorata: il dolore di Valeria qui viene ricollegato a una lombosciatalgia.

Per la procura i medici  non furono accurati nel visitare la paziente. La mancata diagnosi e la somministrazione di un antinfiammatorio, che anestetizzava il dolore e non guariva la meningite, ha di fatto portato alla morte la 27enne nonostante si rivolse quattro volte in ospedale in pochi giorni.

Il dolore della mamma

L’appello della mamma in vista dell’udienza di oggi: “Non c’è niente da fare, da quando non ci sei più non esco da questo tsunami violento che sta attraversando la mia vita. Intorno tutto sembra distrutto ed irrecuperabile. C’è la paura di non farcela ad andare avanti. Ma una cosa importante aspetto. La giustizia. il Il 9 maggio ci sarà l’udienza aperta a tutti coloro che vorranno esserci accanto in questo calvario infinito, presso il tribunale di Roma a piazzale Clodio.

Perché nessuno possa provare il dolore che abbiamo provato noi nel perdere una figlia in questo modo.

Perché nessuno possa ascoltare Vittoria che chiama la sua mamma inutilmente, ma soprattutto perché Valeria Fioravanti deve avere giustizia. Deve essere l’essenziale. Quello che si merita per ciò che è stata nella sua breve vita.

Per quello che ancora era in grado di dare alla sua famiglia, ai suoi amici a chiunque entrava nel suo cuore. Vi aspetto”.

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Valeria Fioravanti