Violenti scontri in centro durante l’assalto alla CGIL: confermata condanna al militante di Forza Nuova

Scontri durante l'assalto alla CGIL: la Suprema Corte rigetta il ricorso dei legali di Corradetti. Il militante condannato a 5 anni e 4 mesi 

Il 9 ottobre del 2021 a margine dell’assalto alla sede della CGIL da parte di un corteo non autorizzato contro il Green Pass di alcuni esponenti del partito neofascista Forza Nuova, il militante Fabio Corradetti, venne arrestato per resistenza a Pubblico Ufficiale e lesioni personali. In queste ore con la conferma della condanna a 5 anni e 4 mesi di reclusione, per lui si sono aperte le porte del carcere di Rebibbia.

Scontri durante l’assalto alla CGIL: la Suprema Corte rigetta il ricorso dei legali di Corradetti. Il militante condannato a 5 anni e 4 mesi

Prosegue il lavoro della giustizia collegato ai violenti scontri dell’insurrezione contro le direttive green pass dello Stato, che il 9 ottobre portò un corteo non autorizzato, a raggiungere alcuni luoghi bersaglio della Capitale da devastare, tra cui la sede della Confederazione Generale Italiana del Lavoro.

A guidare il gruppo contro la sede CGIL, qual giorno chiusa, fu Giuliano Castellino, leader della sede romana di Forza Nuova, con il leader del partito Roberto Fiore, in un’azione mirata ad accedere all’interno, che riuscì a sfondare l’ingresso con calci e pugni, dopo devastato e vandalizzato il piano terra.

Al termine dello sgombero della struttura che venne occupata, gli arrestati furono 12, tra cui Giuliano Castellino, Roberto Fiore, Pamela Testa, Biagio Passaro, Luigi Aronica e Fabio Corradetti, figlio della compagna di Castellino.

Proprio nei suoi confronti in queste ore, si è pronunciata la VI Sezione Penale della Corte di Cassazione, in relazione al ricorso presentato contro la sentenza del 17 aprile scorso dalla Corte di Appello di Roma, con la quale Corradetti era stato condannato per i reati aggravati di resistenza a Pubblico Ufficiale e lesioni personali, commessi a margine di quelle violenze alla sede della CGIL.

L’uomo era stato arrestato in flagranza di reato, in prossimità del palazzo del Parlamento, e la successiva attività di indagine condotta dalla DIGOS ha permesso di confermare la sua responsabilità nelle violenze con i reati aggravati di resistenza a Pubblico Ufficiale e lesioni personali per le quali, la Suprema Corte, rigettato il ricorso presentato dai suoi legali.

Gli altri arresti e le condanne

Per gli altri arrestati dopo le richieste del PM contro gli indagati nel rito abbreviato per l’assalto alla sede CGIL, l’11 luglio 2022 era stata confermata la condanna anche a Massimiliano Ursino, leader palermitano di Forza Nuova; mentre nei confronti di Roberto Fiore e Giuliano Castellino, il tribunale del riesame aveva confermato la scarcerazione con l’obbligo di firma quotidiana.

Dopo altre due condanne e un patteggiamento a gennaio, Castellino e Fiore a dicembre del 2023, sono stati poi condannati dal Tribunale di Roma a otto anni e sette mesi il primo, e a otto anni e sei mesi il secondo.

Per Luigi Aronica, è invece arrivata la condanna a otto anni e cinque mesi di reclusione, e a otto anni e due mesi per Salvatore Lubrano, Luca Castellini, Lorenzo Franceschi e Pamela Testa.