Ostia, cabine distrutte e timori per l’eternit in mare. Ciocchetti (FdI): “Dichiarare lo stato di calamità naturale”

L’erosione ha distrutto le cabine e i tetti in eternit si sono sbriciolati in mare. L’attacco del deputato Luciano Ciocchetti: “Il sindaco dichiari lo stato di calamità naturale”.

I detriti delle cabine distrutte dalle mareggiate sono ancora lì. Anzi, le parti in legno galleggiano rendendo insicura la navigazione mentre frammenti di eternit, sostanza contenente amianto usata in passato per le coperture delle cabine, fanno la loro comparsa sulle spiagge.

L’erosione ha distrutto le cabine e i tetti in eternit si sono sbriciolati in mare. L’attacco del deputato Luciano Ciocchetti: “Il sindaco dichiari lo stato di calamità naturale”.

A tre settimane dall’inizio della stagione balneare c’è un lungo tratto di costa di Ostia in ginocchio. Si tratta delle rive che vanno dallo stabilimento Ibiscus fino a dopo la Casetta. Durante l’inverno le mareggiate hanno aggredito le strutture balneari facendo crollare cabine e muri. Le spiagge si sono ridotte a fazzoletti di sabbia a causa dell’erosione. E le rovine, senza le necessarie autorizzazioni, non possono essere rimosse. Una condizione di pericolo e di impedimento alla fruizione che ha convinto il concessionario del Kursaal, ad esempio, di non aprire l’impianto alla balneazione e di limitare i servizi alla piscina e al ristorante.

In queste ultime ore, come documentano le fotografie che proponiamo nelo servizio, sul bagnasciuga si stanno depositando frammenti di eternit: sono pezzi dei tetti delle cabine originariamente coperti da quei laminati minerali usati negli anni Sessanta e vietati successivamente (nel 1992) perché ritenuti cancerogeni.

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Frammenti più o meno grossi di eternit si rinvengono sulle spiagge di Ostia: sono pezzi delle strutture distrutte dalle mareggiate – canaledieci

Gli effetti sulla salute

Ora, non è ben noto l’effetto che lo sminuzzamento dell’eternit in mare, e quindi dell’amianto in esso contenuto, possa provocare sull’ambiente e sulla catena alimentare. L’Istituto superiore della Sanità ricorda che l’accumulo di fibre inalate attraverso la respirazione causa infiammazione cronica, quindi fibrosi polmonare con un’alta incidenza di tumori. I sanitari affrontano il tema dell’ingerimento di amianto attraverso acqua potabile, che può provocare formazione di polipi benigni in presenza di alte concentrazioni, ma non si trovano considerazioni su quali effetti si determino nel consumo alimentare di fauna bentonica (telline, vongole, maruzzelle ecc) e di pesci che possono ingerire quelle fibre.

La situazione

Intanto, in assenza di autorizzazioni, le macerie delle cabine distrutte con le mareggiate, restano lì sulle spiagge. “Andrà chiesto alla Capitaneria di Porto di Roma Fiumicino di accelerare sulle autorizzazioni alla rimozione dei manufatti distrutti dalla furia del mare” indica il deputato di FdI, Luciano Ciocchetti che interviene sulla situazione. La Capitaneria di Porto, per ora, si è limitata a vietare il passaggio dei bagnanti in prossimità delle strutture danneggiate.

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Cabine crollate sulla spiaggia di Ostia: a chi tocca rimuovere i calcinacci? canaledieci

Purtroppo – prosegue Ciocchetti – il mare di Roma sembra proprio non interessare al sindaco Gualtieri sempre più sordo alle reiterate richieste degli operatori balneari che da mesi, se non da anni, lamentano la drammatica situazione in cui versa il litorale romano. L’erosione e la mancanza di misure adeguate a prevenire fenomeni di intensità importanti che purtroppo si verificano sempre più di frequente hanno una causa ed una origine comune: la mancanza di una valida e seria azione di programmazione. Il sindaco avrebbe dovuto da tempo chiedere lo stato di calamità naturale per i danni provocati dalle mareggiate unico modo per chiedere alla Regione Lazio e al Governo di intervenire in maniera straordinaria per affrontare i danni subiti e programmare, finalmente, un intervento veramente strutturale in grado di mettere in sicurezza una volta per tutte il litorale di Ostia. E invece niente, da parte del comune di Roma è tutto fermo”.

Non ci resta che sperare – conclude Ciocchetti – nell’intervento della Regione Lazio per l’azione di ripascimento delle spiagge per tentare quanto meno di salvare la stagione turistica ormai alle porte e per fare quello che la giunta Zingaretti non ha mai fatto, cioè un intervento strutturale come le barriere soffolte che possano davvero difendere la nostra costa”.

Difficile immaginare, dati i tempi strettissimi, che il piano di reinsabbiamento previsto dalla Regione possa realizzarsi entro l’inizio della stagione balneare.