Il Lazio punta a sbloccare oltre 600mila condoni

La proposta di legge finalizzata a sbloccare i condoni: in cosa consiste

Foto di repertorio

Il Lazio punta a sbloccare oltre 600mila condoni. A fronte di decine di migliaia di domande di condono edilizio ancora in sospeso sono circa 3,6 miliardi di euro gli introiti stimati – secondo uno studio – che, se incassati, potrebbero rappresentare una risorsa preziosa per i Comuni.

La proposta di legge finalizzata a sbloccare i condoni: in cosa consiste

La proposta di legge è stata presentata ieri alla Pisana: mira alla modifica della legge regionale 12/2004 sulle “Disposizioni in materia di definizione di illeciti edilizi”. Punta a sbloccare il limite dei vincoli postumi nelle domande dei condoni già presentate.

Sono intervenuti la consigliera regionale Laura Corrotti, firmataria della proposta di legge e presidente della commissione urbanistica, politiche abitative e rifiuti, e l’assessore all’Urbanistica Pasquale Ciacciarelli. Con loro – per dare forza alla proposta di legge che a breve seguirà il suo corso tra giunta e consiglio – anche i coordinatori regionali e i segretari romani dei partiti della colazione di centrodestra.

Cosa prevede la legge

L’attenzione della proposta di legge si focalizza sulla questione della sanabilità degli abusi edilizi. Infatti, attualmente esiste una disparità di trattamento per coloro che hanno presentato domande di condono in tempi diversi, creando incertezza e potenziali ingiustizie nell’ambito delle pratiche amministrative.

La rimozione dell’inciso all’interno della legge mira a garantire un’applicazione omogenea dei principi giurisprudenziali riguardanti i vincoli sopravvenuti e la compatibilità delle opere realizzate, assicurando trasparenza e coerenza nell’operato delle amministrazioni competenti.

Nel Lazio ci sono 624mila istruttorie inevase su oltre 1 milione e 600mila presentate dal 1985 (anno del primo condono, firmato Bettino Craxi) al 2004. Di queste, 153mila sono quelle bloccate per il sopraggiungere di vincoli postumi alla richiesta di condono.

Gli enti locali, cioè i comuni, hanno già incassato più di 400 milioni di euro dagli acconti versati dai cittadini, messi a bilancio da ogni amministrazione e quindi non restituibili.

Ma c’è di più: secondo i calcoli fatti da Sogeea Spa e dal suo direttore scientifico Sandro Simoncini, docente di urbanistica a Uninettuno “si può stimare che i mancati introiti per le casse pubbliche derivanti dalle domande di condoni siano pari a circa 3,6 miliardi di euro“.

Sanare una ingiustizia: i condoni da “risolvere”

Un tentativo di porre rimedio a una lampante ingiustizia: questo è l’intento della proposta di legge che ho depositato e che mira a sanare decine di migliaia di pratiche bloccate da una legge regionale del 2004 – ha spiegato Laura Corrotti (Fratelli d’Italia)La legge in questione, più restrittiva della normativa statale in vigore, rendeva non sanabili le opere nelle aree soggette a vincoli comparsi successivamente alla domanda”.

La mia proposta di legge, rimuovendo un inciso del testo originario, intende abrogare l’esclusione dalla condonabilità delle opere realizzate anche prima della apposizione del vincolo. In questo modo – prosegue – verrebbe sanata l’ingiustizia subita da migliaia di cittadini laziali che avevano già presentato domanda di sanatoria e in alcuni casi anche pagato senza aver potuto regolarizzare la loro posizione per un vincolo aggiunto in un secondo momento”.

Un provvedimento condiviso in quanto ritenuto necessario per risolvere un’esigenza di molti cittadini da tempo in attesa di una risposta”, ha aggiunto Pasquale Ciacciarelli.

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