Termovalorizzatore a Santa Palomba, l’iter va avanti. Il Tar respinge due ricorsi

L'iter per la costruzione del Termovalorizzatore va avanti: il Tar boccia un altro ricorso. Resta il nodo prezzi del terreno

Con due diverse sentenze, il Tar del Lazio ha confermato la correttezza del percorso seguito dal Comune per realizzare il termovalorizzatore a Santa Palomba. Il progetto, quindi, prosegue. Intanto la procura apre un fascicolo dopo la denuncia di Comitati Locali: nel mirino il prezzo del terreno ritenuto esorbitante.

L’iter per la costruzione del Termovalorizzatore va avanti: il Tar boccia un altro ricorso. Resta il nodo prezzi del terreno

Con la prima decisione, il Tar ha respinto il ricorso presentato dal Comune di Albano Laziale che contestava la procedura pubblica di project financing relativa alla progettazione dell’impianto di termovalorizzazione. Albano Laziale poi lamentava il rischio inquinamento sostenendo che l’impianto violerebbe le prescrizioni europee che vietano il rilascio sostanze altamente tossiche e persistenti nell’ambiente. E, ancora: nel ricorso si sosteneva la carenza nell’analisi sull’impatto dell’impianto sul traffico. Tutti i motivi sono stati respinti.

Il secondo ricorso

La seconda sentenza è quella con cui i giudici amministrativi hanno respinto un altro ricorso presentato questa volta dai comuni di di Pomezia, Ardea, Marino e Ariccia con cui contestavano il bando di gara per la realizzazione dell’impianto nel territorio di Santa Palomba.

I giudici hanno ritenuto il ricorso infondato nel merito, ritenendo sufficiente rilevare come tutti i motivi del ricorso erano già stati “affrontati, in via definitiva dal Consiglio di Stato” con una sentenza d’inizio febbraio scorso.

Il nodo prezzi

Resta ora il nodo prezzi finito al centro di una inchiesta. Il terreno di Santa Palomba dove dovrebbe essere costruito il termovalorizzatore di Roma è stato acquistato a prezzi maggiorati? Il suo valore è passato in vent’anni da 475mila euro a 7,5 milioni, cifra che è stata sborsata per l’acquisizione. Su questa ipotesi la procura di Roma ha aperto un fascicolo in seguito all’esposto presentato da più comitati locali contrari alla costruzione dell’impianto.

Il punto della questione, centrale nell’esposto dei comitati Ust (Uniti per la salvaguardia del territorio) e Salute e Ambiente, riguarda il costo di questo terreno il cui costo sarebbe levitato in 20 anni da 475mila euro ai 7milioni e mezzo pagati da Ama per acquistarlo in vista dell’edificazione del termovalorizzatore.

Sette milioni e mezzo pagati da Ama per un terreno a santa Palomba – scrivono dal Comitato UST in un post su Facebook – Quindi ora, a Santa Palomba tutti i terreni con caratteristiche simili dovranno avere la stessa valutazione? Oppure la procura accerterà e ci dirà cose diverse? Attendiamo”.

Gualtieri rassicura

Il sindaco Roberto Gualtieri nel frattempo continua a incontrare i comuni limitrofi per tentare di rassicurare i residenti: “Non c’è nessun problema a fare incontri, e a spiegare loro che questa è una soluzione molto positiva, che consente di superare le discariche. Questi Comuni sono stati vittime dell’assenza di impianti a Roma che scaricava su quei territori soluzioni molto inquinanti, come le discariche, i Tmb”, spiega.

Noi invece realizzeremo dentro i confini della capitale un impianto assolutamente sostenibile, ecologicamente avanzatissimo, ancora più avanzato di quelli che pure sono in luoghi abitati, e non in una zona industriale come questa, a diversi chilometri di distanza dai comuni. È una situazione naturalmente positiva per Roma ma per tutta la Regione e la città metropolitana. Noi siamo assolutamente fiduciosi della solidità delle procedure realizzate”.

Lo scorso gennaio molti i manifestanti in piazza contro il progetto dell’inceneritore