Sincronette morta sulla Colombo, il Gip respinge la richiesta di archiviazione della Procura

Per il Giudice per le indagini preliminari servono nuove e più approfondite indagini sull’incidente di cui rimase vittima la giovane sincronette

Via Cristoforo Colombo

Il Giudice per le indagini preliminari (Gip) del Tribunale di Roma ha respinto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura sulla tragica scomparsa di Noemi Carrozza. La sincronette 20enne morì il 15 giugno del 2018 a poca distanza dalla rotonda di Ostia perdendo il controllo del suo motorino e finendo su un pino situato a bordo strada mentre percorreva la corsia centrale della Cristoforo Colombo in direzione del Lido.

Per il Giudice per le indagini preliminari servono nuove e più approfondite indagini sull’incidente di cui rimase vittima la giovane sincronette

Nel mese di novembre dello scorso anno il pubblico ministero, sulla base della perizia predisposta da un consulente aveva chiesto chiesto al Gip di chiudere l’inchiesta sulla morte della giovane (leggi qui).

E questo perché se, da un lato, la presenza di un guardrail avrebbe probabilmente attenuato le conseguenze del terribile impatto contro il tronco dell’albero e aumentato le chance di sopravvivenza di Noemi, dall’altro nessun regolamento o provvedimento dell’amministrazione capitolina aveva previsto un obbligo specifico di installazione della barriera metallica a carico dei funzionari del Dipartimento Coordinamento Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana (Simu) del Comune di Roma Capitale.

Nessuna colpa, quindi e nessun responsabile per la Procura, ma solo una tragica fatalità in seguito alla quale poco prima del suo 21mo compleanno aveva perso la vita finendo la sua corsa in sella al ciclomotore contro un pino.

Noemi Carrozza non aveva bevuto né assunto sostanze stupefacenti. Percorreva la strada al sotto del limite di velocità e non era al cellulare. Eppure cadde e, proprio, in assenza del guardrail andò a sbattere e morì poche ore dopo il suo ricovero all’ospedale Grassi di Ostia. 

Una tesi che è stata respinta dal Gip, Flavia Costantini che si è opposta alla nuova richiesta di archiviazione del caso perché, a suo giudizio, servono ulteriori indagini finalizzate a “individuare –scrive il magistrato– i gestori della strada responsabili del tratto interessato dall’incidente”.

La prima richiesta di archiviazione da parte della Procura era arrivata sei mesi dopo l’incidente, sempre sulla base della stessa motivazione: e cioè l’assenza di un qualsiasi specifico obbligo di procedere all’installazione di barriere protettive al lato della strada.

Nel provvedimento di rigetto viene, inoltre, precisato che il fatto che quel tratto di carreggiata “fosse un rettilineo e che l’albero fosse ben visibile, non permette di giungere alla conclusione che non possa ipotizzarsi alcuna responsabilità in capo ai gestori della strada.

La nostra sofferenza”, hanno commentato i genitori della campionessa di nuoto sincronizzato, “è sempre la stessa. Ciò che importa è che venga riconosciuta la necessità di proteggere quel tratto di strada”.

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