L’Associazione di promozione sociale Vialibera ha diffidato il direttore generale di Ater, azienda territoriale della Regione Lazio, minacciando la presentazione di una denuncia querela per l’incredibile situazione che stanno vivendo, ormai da diverse settimane gli inquilini della palazzina situata a Pomezia in via Ugo La Malfa 42, ingresso H dove, dal 28 dicembre scorso, l’ascensore non funziona più a causa di un incendio all’impianto di sollevamento.
Ater diffidata per la riparazione di un ascensore che impedisce agli inquilini con difficoltà motorie di uscire dai propri appartamenti
Il mancato ripristino della funzionalità dell’ascensore sta, di fatto, condannando a un forzoso sequestro tra le mura domestiche di un palazzo alto sette piani, le numerose persone anziane e alcuni disabili che ci vivono ma che non possono più uscire dai loro appartamenti.
L’edificio è abitato anche da numerose famiglie con bambini piccoli anche se le conseguenze più pesanti riguardano gli inquilini bisognosi di cura e assistenza costretti, in alcuni casi, a doverle sospendere perché impossibilitati a scendere le scale in alternativa all’impiego dell’ascensore rotto.
Gli abitanti hanno immediatamente segnalato il guasto all’azienda regionale che gestisce gli immobili dell’edilizia residenziale pubblica ma a nulla sono valse le telefonate, le email trasmesse anche con modalità di posta elettronica certificata ad Ater Provincia di Roma.
Poiché la direzione competente non solo non ha attivato alcun intervento di manutenzione per il ripristino dell’ascensore, ma neppure fatto seguito a un segnale di impegno a volersene fare carico l’associazione di promozione sociale Vialibera ha presentato una diffida formale al Direttore Generale dell’Ater con un chiaro ammonimento.
Quello di procedere entro i prossimi dieci giorni all’avvio delle procedure necessarie alla riparazione del guasto pena la presentazione di una denuncia querela all’autorità giudiziaria. Denuncia con la quale sarà chiesto al magistrato di disporre il risarcimento dei danni materiali e morali subiti dagli inquilini oggettivamente impossibilitati a uscire dai rispettivi appartamenti e di valutare la sussistenza del reato di sequestro di persona conseguente al protrarsi di una situazione che ormai va avanti da troppo tempo.