Si era convinto che tutte le sue disgrazie era legate a un procedimento affidato a un avvocato: non soddisfatto di un risarcimento di quasi un milione di euro per anni ha perseguitato il suo legale con minacce, pedinamenti e persino il tentativo di dar fuoco allo studio.
Il cliente stalker era insoddisfatto del risarcimento di un milione di euro ottenuto grazie al suo avvocato: scatta anche divieto di dimora
Ora per il cliente stalker, un 40enne di Vicovaro, è arrivata la misura cautelare di divieto di avvicinamento. Non potrà avvicinarsi alla vittima, un avvocato penalista del foro di Tivoli, a meno di 500 metri.
Destinatario della misura eseguita dagli agenti del pool anti violenza Commissariato di Tivoli (guidato dal sostituto commissario Davide Sinibaldi) un 41enne originario di Subiaco e residente a Vicovaro, al quale è stato applicato il divieto di avvicinamento a una distanza non inferiore a 500 metri dai luoghi abitualmente frequentati dal suo avvocato, da anni ormai vittima di atti persecutori.
Il primo incontro tra l’avvocato e il cliente che poi si è rivelato stalker, risale a una decina di anni fa. Il quarantenne si rivolge al legale per ottenere il risarcimento in seguito a un incidente stradale in moto, a conclusione del quale viene liquidato con poco meno di un milione di euro.
Non ritenendosi soddisfatto, l’uomo ha iniziato a perseguitare l’avvocato con toni farneticanti e deliranti, tempestandolo di telefonate e messaggi su Whatsapp, anche in orari notturni e presentandosi in continuazione presso il suo studio, a Tivoli. Un vero e proprio incubo per il legale e per i suoi collaboratori, col tempo terrorizzati anche per la loro incolumità.
La tanica di benzina e i pedinamenti
Infatti, in un crescendo di minacce e pedinamenti, in un’occasione aveva lasciato sul tavolo dello studio le proprie medicine, in un’altra una tanica di benzina minacciando di dare fuoco allo studio.
In più occasioni il cliente insoddisfatto si era appostato persino al tribunale civile di Roma, in piazza Giulio Cesare, tanto che il legale si era ritrovato costretto a rivolgersi ai carabinieri per allontanarlo.
In tale contesto, ad ulteriore tutela della parte offesa il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Tivoli ha disposto l’applicazione del “braccialetto elettronico”, tuttavia rifiutato dal quarantenne, al quale è stata pertanto aggravata la misura cautelare con l’applicazione anche del divieto di dimora nel Comune di Tivoli. A coordinare l’indagine il procuratore capo di Tivoli, Francesco Menditto.