Si irrigidiscono le norme varate dalla Capitaneria di Porto di Roma per garantire la sicurezza delle spiagge di Ostia Levante messe in ginocchio dal fenomeno di progressiva erosione della linea costiera e dai conseguenti crolli delle infrastrutture di pertinenza degli stabilimenti balneari.
Inasprite le norme della Capitaneria di Porto sulle spiagge del Lido di Roma devastate dal fenomeno erosivo
Le nuove disposizioni si inseriscono nel solco di quanto già segnalato nei giorni scorsi su questo sito per accendere i riflettori sulle gravi condizioni in cui versano molte strutture del litorale romano che hanno, tra l’altro le mani legate relativamente alle operazioni di rimozione dei calcinacci e delle costruzioni divelte dall’azione incessante dei marosi (leggi qui).
In attesa che vengano risolti gli interrogativi concernenti le specifiche responsabilità la Guardia Costiera accentua la portata dei divieti introdotti dopo le mareggiate della fine dello scorso anno (leggi qui) per garantire la sicurezza delle zone maggiormente colpite dal fenomeno dell’erosione.
In esito ai sopralluoghi effettuati tra l’8 e il 13 marzo scorso, la Capitaneria di Porto ha accertato che le condizioni di pericolosità già emerse nelle ultime settimane del 2023 si sono aggravate.
Al centro della nuova ordinanza si pone con maggior forza la necessità di tutelare sia la frequentazione delle spiagge, sia la navigazione nei tratti di mare prospicienti le spiagge che versano ormai in condizioni simili a quelle di zone distrutte dai bombardamenti.
Le restrizioni vengono quindi introdotte per eliminare i pericoli derivanti dalla sosta sui tratti di spiaggia in crisi, dal passaggio e dall’attraversamento degli stessi da parte dei frequentatori dell’arenile e da tutte le attività connesse all’esercizio della navigazione a iniziare da quella che viene effettuata con finalità ludiche o ricreative.
Le nuove misure pertanto proibiscono di transitare e di fermarsi lungo la battigia per una profondità di 20 metri sul lato terra e, a una distanza inferiore a 50 metri dalla costa anche di navigare, ancorare e sostare con qualunque unità sia da diporto, sia a uso professionale, oltre che di effettuare attività di immersione con qualunque tecnica, nonché di svolgere qualsiasi tipo di attività di pesca e di praticare attività sportive con tavole e vele a iniziare da chi pratica sport come il surf o il Kyte surf.
Pericoli che sono stati recentemente segnalati anche dagli appassionati di questi sport praticati anche durante i periodi invernali (leggi qui).
Le nuove misure proibiscono, inoltre, la balneazione una distanza inferiore a venti metri nel tratto di mare prospiciente alle strutture coinvolte dal fenomeno erosivo.
Le sanzioni previste per chi trasgredirà i divieti
I trasgressori si espongono alle misure sanzionatorie previste dal Codice della Navigazione. E in particolare dall’articolo 1164 che punisce l’inosservanza delle misure stabilite dall’autorità competente con una sanzione amministrativa compresa tra 1032 e 3.098 euro e dall’articolo 1231 che persegue comportamenti contrari alla sicurezza con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda sino a 206 euro salvo che il fatto non costituisca, con riferimento a entrambe le fattispecie descritte, un più grave reato.
L’ordinanza richiama anche l’art. 53 del dlgs 171/2005 che riguarda le violazioni commesse con natanti da diporto e che espongono il comandante a una sanzione amministrativa compresa tra 2755 euro e 11.017 euro che, nelle circostanze più gravi può essere raddoppiata.
I divieti imposti dalla Capitaneria hanno efficacia nel tratto di mare antistante e in quello demaniale compreso tra il civico 10 del Lungomare Lutazio Catulo e i civici 6/8, 34, 62 e 64 del Lungomare Amerigo Vespucci che include gli stabilimenti “Nuova Pineta Pinetina”, ”Hibiscus”, “Kursaal”, “Shilling”, “Venezia”, “V-lounge beach” e “Dopolavoro Atac”.
Lo scempio delle cabine crollate e distrutte dalla furia delle onde resta sotto gli occhi di tutti mentre, in attesa del rinnovo delle concessioni balneari, la nuova stagione estiva avanza con cadenza sempre più rapida.
Al momento le uniche speranze sono appese all’attuazione degli interventi previsti dal piano concepito dalla Regione Lazio per la ricostruzione delle spiagge erose pompando nuova sabbia sui fondali in modo da restituire profondità a quella sottile striscia di rena che in alcuni punti divide il mare dalla via litoranea (leggi qui).
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