Nel Cimitero di Prima Porta in abbandono furti di oggetti sulle tombe dei defunti: la rabbia delle famiglie lasciata con messaggi sui muri
Sbarre divelte, fontane spaccate, muri fradici e scrostati e croci pencolanti laddove i defunti sono stati appena interrati. Questa la situazione di grave, se non del tutto assente manutenzione, nel Cimitero di Prima Porta segnalata dalle immagini di welcome to favelas in queste ore.
Una condizione aggravata dai continui furti di oggetti lasciati sulle tombe dai parenti, da ladri senza scrupoli che hanno rimosso perfino le cornici dalle foto dei cari estinti.
Tra i cimiteri della Capitale quello di Prima Porta, è in uno stato di degrado e abbandono preoccupante, con la rabbia delle famiglie dei defunti, che quando non riescono a comunicare con chi dovrebbe sorvegliarlo per la sicurezza delle tombe ed evitarne la decadenza, si fa sentire con messaggi lasciati sui muri.
E’ il caso di un autore anonimo, che in visita alla tomba di famiglia, non ha potuto trattenere tutto il suo sdegno lasciando un messaggio agli stessi ignobili malviventi che passati anche da quel luogo sacro, lo hanno saccheggiato di tutti gli oggetti portati per onorare il ricordo dei defunti.
Poche parole strazianti che sembrano urlare, dicono: “Ladri maledetti, prendete quello che volete ma non ruberete mai l’amore per mio figlio”.
All’interno del cimitero, i segni dei passaggi dei ladri sono un po’ ovunque. Furti su furti, che hanno messo i parenti di chi riposa in quel campo santo nella condizione di non poter lasciar più nessun ricordo sulle tombe dei loro cari.
Un esempio su tutti, il fatto che addirittura le cornici in metallo delle fotografie vengono predate, mentre sui furti denunciati sono state attivate delle indagini complesse per risalire ai responsabili.
I visitatori avrebbero più volte raccontato, che all’interno del cimitero entra ed esce come se nulla fosse, una vera e propria banda, dedita a questo tipo di furti.
Ad interessare i criminali sarebbero soprattutto agli oggetti in metallo in questo luogo sacro, staccato dalle lapidi e dalle cornici delle foto, e messo alla stregua di ferro da discarica, per essere con molta probabilità, rivenduto a peso d’oro.
Non viene riservato un destino diverso poi nemmeno ai giocattoli lasciati dai genitori dei bambini morti. Una situazione in governabile in questa struttura enorme, stando alla ricostruzione e dalle foto segnalate dal sito di denuncia Welcome to favelas.
Gli addetti ai lavori non riuscirebbero a coprire tutto il cimitero, ma è certo che chi lo ha in cura dovrà farlo e presto, con ulteriori sistemi di sorveglianza che possano cogliere sul fatto i criminali.
A giugno dello scoro anno, commosse il gesto dei familiari di Soni Adzovic, scomparsi a 27 anni a causa di un tumore al cervello, che si offrirono di pulire aiuola dopo aiuola, un’intera ala del camposanto.