Tra rapine con sequestro di persona potrebbero essere collegate ad un’unica banda criminale: i malviventi con inflessione del Sud conoscevano i nomi delle vittime
Si sono presentati chiamando per nome le vittime, prima di sequestrarle e rapinarle, i malviventi travestiti da finti operanti delle Forze dell’ordine ricercati dopo un colpo messo a segno ad Ardea il 19 gennaio scorso, con tanti, troppi punti in comune, con un altro episodio criminale simile avvenuto a Cecchina lo scorso 3 marzo.
In quest’ultimo caso, il più recente, la vittima è stata sequestrata per strada da quattro finti carabinieri, poi trascinata in casa di fronte ai familiari e costretta sotto la minaccia di un’arma, a consegnare tutto il denaro che aveva in cassaforte.
Il legale di una delle vittime: “Rapine avvenute con modalità identiche”
In primis ci sarebbe la nazionalità dei rapinatori, risultati cinque in entrambi i casi oggetto di indagini, e tutti di nazionalità italiana con una cadenza del Sud Italia volutamente forzata con un improbabile dialetto campano. Poi l’altro aspetto della conoscenza dei dati e l’aspetto delle vittime, chiamate per nome prima di mettere in atto il piano criminale.
Di uno dei criminali che ha agito a volto scoperto c’è anche un identikit che potrà aiutare nelle ricerche anche attraverso la richiesta di acquisizione dei filmati delle telecamere poste all’ingresso e all’uscita della SS 148 Pontina, nel punto in cui avviene la diramazione per Ardea, nei tempi compatibili con la rapina del 19 gennaio scorso.
Sulla conoscenza dell’identità della vittima di Ardea, l’ipotesi sulla quale sono stati richiesti accertamenti dal legale della vittima, è anche quella di un coinvolgimento di corrieri e fattorini per la consegna di mobili, i più assidui frequentatori dell’indirizzo dell’uomo, dove si era appena trasferito, nei giorni precedenti alla rapina.
Tutti tasselli che rimanderebbero ad un’organizzazione criminale in piena regola e che potrebbe avere una base operativa fuori dal Lazio, avvalendosi di basisti con il compito di acquisire nominativi e informazioni sulle potenziali vittime.
Le modalità degli episodi potrebbe vedere gli stessi responsabili anche dietro alla rapina con sequestro del 26 gennaio scorso nella zona di Colle Parnaso a Roma sud.