Canale Monterano, autopsia Pina Nuti: morte non violenta ma avvenuta per cause naturali

Pina Nuti, trovata priva di vita in un bosco, non è stata uccisa da nessuno, è morta per cause naturali, con il figlio che ne ha nascosto il cadavere per un motivo preciso

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Immagine di repertorio.

A Canale Monterano, hinterland capitolino, quel che sembrava un caso chiuso, ovvero quello della signora Pina Nuti uccisa dal figlio, è tutt’altro che chiaro, dato che la 90enne non è stata ammazzata, ma sarebbe morta per cause naturali e nascosta per permettere al figlio stesso di intascare la pensione del suo genitore.

Pina Nuti, trovata priva di vita in un bosco, non è stata uccisa da nessuno, è morta per cause naturali, con il figlio che ne ha nascosto il cadavere per un motivo preciso

In attesa di ulteriori sviluppi, il figlio della signora Nuti resta indagato per truffa e occultamento di cadavere, reo di aver occultato il corpo della mamma per prendere la pensione della donna.

La signora Nuti era stata trovata nel verde di un bosco nell’entroterra viterbese ma la sua morte non sarebbe stata provocata dal figlio, dato che la 60enne, rintracciata sottoterra nella zona boschiva del lago di Vico, o di cadavere e truffa per aver intascato la pensione della madre, è morta per cause naturali: questo è il responso degli esami autoptici, dunque nessuna morte violenta.

Il figlio non è dunque un killer, ma, al massimo, un truffatore, e Romeo Droghini, suo primogenito, l’ha portata e nascosta il meglio possibile in quel bosco, per suo tornaconto economico.

Pertanto, dopo questa scoperta, il 60enne figlio della deceduta, residente nel comune di Caprarola, provincia viterbese, è stato scarcerato e su di lui restano comunque pendenti i capi d’accusa per truffa e occultamento di cadavere, per i quali la magistratura continua a procedere nei suoi confronti.

Ci sono comunque tanti aspetti da chiarire, soprattutto l’esatta sequenza dei fatti che, dopo circa un mese dal ritrovamento del cadavere dell’anziana signora, sono ancora al vaglio degli inquirenti, con i carabinieri di Ronciglione titolari delle indagini svolte su impulso della procura di Viterbo.

Giuseppina “Pina” Nuti era scomparsa dai radar dallo scorso 24 gennaio e il primo a finire nella rete degli inquirenti era stato proprio il suo figlio sessantenne e disoccupato, Romeo Droghini, dopo che il figlio minore della defunta, che vive fuori dalla regione Lazio, in Emilia Romagna, ne aveva perso le tracce e aveva dato l’allarme, allertando i carabinieri.

Il fatto che ha destato grandi dubbi è stato proprio che, dopo la scomparsa della signora, il figlio maggiore Romeo aveva comunque ritirato la pensione della madre ai primi di febbraio e poi si sarebbe reso di fatto irreperibile ed è stato ritrovato successivamente in un bed and breakfast di Ronciglione, non molto distante dal luogo del ritrovamento del corpo della madre.

Torchiato dai carabinieri, sarebbe arrivata dunque la confessione delle motivazioni di questo occultamento di cadavere, ovvero tenersi ben stretti i soldi della pensione materna, ma ora è chiaro che la donna ha perso la vita non perchè brutalmente uccisa, ma per cause molto probabilmente legate alla sua età avanzata.

Proprio oggi, giovedi 7 marzo, vi abbiamo infine raccontato di come un altro caso di persona scomparsa, questa volta a Roma città, ovvero il noto produttore di eventi cinematografici Philip Rogoski sia stato avvistato nel cuore del centro storico capitolino, dopo che di lui non si sa nulla da più di un mese.

Nello stesso contesto dei controlli e della repressione dei reati, recentemente, sono stati chiusi alcuni esercizi commerciali dove le forze dell’ordine hanno accertato avvenisse lo spaccio di droga.

Come sempre ricordiamo che ogni indagato, fermato, arrestato, sospettato o denunciato al momento va ritenuto come presunto innocente, in attesa di una sentenza definitiva e irrevocabile di condanna, con le eventuali prove che si formeranno nel corso dei vari gradi del processo, dato che tuttora ci si trova nella fase delle indagini preliminari.

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