Clienti nel B&B all’insaputa della Questura e senza versare la tassa di soggiorno: nei guai il titolare

Ripartono gli accertamenti amministrativi nelle strutture ricettive della Capitale: lo scorso anno lo scandalo delle cartelle pazze con conteggi sbagliati sui mancati pagamenti delle tasse di soggiorno

Foto non collegata ai fatti

Riparte la stagione turistica nella Capitale e tornano i fitti controlli alle attività ricettive richieste dal Questore. Sotto la lente, la verifica della comunicazione da parte dei gestori delle strutture delle generalità delle persone alloggiate.

Una denuncia obbligata sul portale Web alloggiati della Polizia di Stato, che ha come noto finalità antiterroristiche, e che ha fatto finire nel setaccio dei controlli amministrativi il titolare di un’attività all’Esquilino.

Ripartono gli accertamenti amministrativi nelle strutture ricettive della Capitale: lo scorso anno lo scandalo delle cartelle pazze con conteggi sbagliati sui mancati pagamenti della tassa di soggiorno

Sono ripartiti dalla zona di Termini gli accertamenti amministrativi nelle strutture ricettive della Capitale, dove nel setaccio dei controlli è già finita una struttura dell’Esquilino e il suo titolare.

Forse approfittando del periodo meno intenso per gli arrivi turistici, aveva colto al volo la possibilità di alloggiare diversi ospiti presso la sua struttura di via Calatafimi.

Così una volta confermata online la disponibilità delle stanze per il periodo richiesto, aveva attivato la registrazione con il documento d’identità. Una procedura completata solo per metà però, e mancante di un’aspetto obbligato per la Questura, e cioè la prevista comunicazione della presenza di quegli ospiti sul portale “Web Alloggiati” della Polizia di Stato.

Un silenzio online sospetto, che ha fatto finire l’attività nell’elenco delle strutture ricettive da controllare nella zona di Termini, per questioni di sicurezza e attività antiterroristica sui turisti in arrivo nella Capitale, svelando agli agenti del Commissariato Viminale, quanto era accaduto per alcuni ospiti alloggiati presso la struttura, di cui il titolare non aveva provveduto a comunicare le generalità.

Per il reato, che prevede l’arresto fino a tre mesi o l’ammenda fino 206 euro, è stata disposta intanto la sospensione della licenza mentre l’uomo è stato denunciato a piede libero.

Con il ritorno di un tiepido sole primaverile, c’è intanto da aspettarsi un prosieguo dei controlli amministrativi della Polizia di Stato sempre più frequenti, sui quali nulla quaestio naturalmente, se non fosse per il fatto che il Comune di Roma avrebbe tentato recentemente di trasformarli in accertamento sull’effettivo pagamento della stratosferica tassa di soggiorno romana.

Il risultato alla find dello scorso anno, era stato una pioggia di cartelle esattoriali con conteggi errati sui mancati pagamenti delle tasse di soggiorno, che per una volta, aveva visto uniti in una rivolta coesa, albergatori del centro e del Litorale romano.

A novembre 2023 a sollevare la questione fu Johnny Malerba, presidente Anbba, Associazione nazionale bed & breakfast, affittacamere, case vacanza, locazioni turistiche, che raccolse l’allarme della strutture ricettive romane, che trovatesi in cassetta le cartelle pazze, avevano costituito una class action affinché venisse chiarita la questione.

L’ipotesi all’epoca fu quella di un conteggio sbagliato, che aveva sfornato cartelle esattoriali folli con un controllo incrociato tra i dati della Questura sulle presenze degli ospiti, quelli dell’Agenzia delle Entrate e quelli sulla tassa di soggiorno effettivamente pagata al Comune, ma non tenendo conto delle varie esenzioni previste per minori sotto i 10 anni, per residenti nel comune di Roma e per disabili, né degli ospiti che decidono di lasciare gli alloggi in anticipo. La vicenda sarebbe ancora in una fase istruttoria.