Roma, muore a 27 anni per una diagnosi sbagliata in tre ospedali: la madre cerca testimoni

Tra un mese la prima udienza preliminare del rinvio a giudizio per la morte di Valeria Fioravanti. La madre: "Abbandonata su una sedia le dissero che stava esagerando"

Nella foto Valeria Fioravanti, dal gruppo social Giustizia per Valeria

Il prossimo 21 marzo si svolgerà nelle aule di piazzale Clodio la prima udienza preliminare del rinvio a giudizio per la morte di Valeria Fioravanti, la 27enne deceduta il 10 gennaio 2023, dopo 11 giorni di passione in giro tra diversi ospedali della Capitale, che non sono stati in gradi di riconoscere i sintomi della devastante meningite in atto.

La famiglia di Valeria sta ancora cercando dei possibili testimoni di quanto accaduto il 30 dicembre 2022, quando nel Pronto Soccorso dov’era stata medicata, tornò con dolori lancinanti chiedendo insistentemente di essere visitata, per poi essere minacciata di un intervento della forze dell’ordine se si fosse ripresentata. E’ proprio in quel nosocomio che i familiari non hanno mai trovato nessuna cartella clinica di quella visita.

Tra un mese la prima udienza preliminare del rinvio a giudizio per la morte di Valeria Fioravanti. La madre: “Abbandonata su una sedia le dissero che stava esagerando”

E’ di ieri l’ultimo irrefrenabile sfogo della famiglia di Valeria Fioravanti che passa dalle parole di sua madre, sulla pagina dedicata al suo caso straziante, in primis con un ringraziamento a chi ha riempito la tomba di sua figlia il giorno di San Valentino con cuori e cioccolatini, per poi rivolgersi ancora una volta alla coscienza dei medici:

Cari medici, quanto si sta male quando poi ci si rende conto della superficialità che avete avuto per Valeria. Un pacchetto abbandonato su una sedia quando ha chiesto di essere visitata. Ma non vi vergognate? Avete distrutto i sogni di due ragazzi che si amavano. Avete distrutto la crescita di una bambina che non potrà mai più avere l’abbraccio di una mamma“.

Tra poco più di un mese intanto, si svolgerà la prima udienza preliminare del rinvio a giudizio, il 21 marzo alle ore 10 nel Tribunale di Piazzale Clodio dove la famiglia della giovane vittima e i legali che la assistono, chiederanno “Quella giustizia che Valeria merita di avere per fare in modo che nessuno debba mai provare quello che stiamo provando noi. Può accadere a tutti” – dichiarano.

Il calvario della giovane iniziato dalla rimozione di una cisti 

Valeria Fioravanti, 27 anni, impiegata agli Aeroporti di Roma e mamma di una bambina di 16 mesi, il giorno di Natale del 2022 scoprì di avere una cisti sotto l’ascella destra e si recò in ospedale al pronto soccorso del Campus Bio-Medico, per farsi rimuovere l’ascesso con un’incisione e alcuni punti di sutura.

Quel problema apparentemente risolto però, divenne l’inizio della fine per la giovane donna, che due giorni dopo iniziò a lamentare dei dolori fortissimi con la decisione di rivolgersi al personale sanitario del Policlinico Casilino, dove venne medicata e dimessa.

Passarono i giorni ma il dolore non passava e Valeria iniziò a stare malissimo e contorcersi dai dolori, così venne condotta di nuovo in ospedale: “Quello stesso Pronto Soccorso dove il 30 dicembre, il personale sanitario l’ha minacciata di chiamare i carabinieri se avesse continuato a presentarsi in quella struttura” – come si legge nella nota dei familiari.

Quei giorni di festa diventano un calvario per la 27enne, tanto che il 4 gennaio dolorante e senza forze, si rivolge ad un altro ospedale, il San Giovanni, dove le venne praticata una TAC che evidenziò: “una protrusione discale per cui le vennero di nuovo prescritti degli antinfiammatori e venne rimandata a casa”.

Il giorno seguente però Valeria non parla più, se non per pronunciare delle frasi sconnesse. Solo dopo una corsa al San Giovanni si scopre la verità, nelle parole di una dottoressa che dopo aver inviato le sue analisi in laboratorio, torna dalla paziente con la diagnosi terribile di meningite. Per la giovane non c’è più nulla da fare. Morirà nel reparto di terapia intensiva del Gemelli.

Dicevano che stava esagerando – scrive sua madre – invece ecco come è andata a finire. Oggi tanti fiori rosa che decorano quel posto dove è sepolta e dove ogni volta che vado ancora non riesco a crederci”

La famiglia cerca possibili testimoni 

Nel peso di questa tragedia il gruppo attivo “Giustizia per Valeria” in queste ore si stringe ancora di più alla famiglia della 27enne, lanciando alla rete  ancora una volta, una richiesta di aiuto per la ricerca di possibili testimoni di quanto accaduto al Pronto Soccorso del Policlinico Casilino il 30 dicembre. “Non c’è nessuna cartella clinica di quella visita – dichiarano i familiari. Chi ha delle informazioni utili può scrivere a fioravanti68@libero.it”.