Casa degli orrori di Ardea: rinviati a giudizio la “paladina” antimafia Maricetta Tirrito più altri tre

Si vantava di essere una “paladina” antimafia: ora Maricetta Tirrito dovrà rispondere delle accuse di omicidio e circonvenzione d’incapace per la gestione degli anziani di Ardea

Nella foto la Procura della Repubblica di Velletri e l'indagata Maricetta Tirrito - foto social free

Anche grazie ad amicizie influenti nei partiti di destra si vantava di essere, e veniva sostenuta, come una “paladina” antimafia. Ora i giudici del tribunale di Frosinone dovranno giudicare Maricetta Tirrito per una serie di reati che, insieme con altri coimputati, le vengono addebitati: si va dall’omicidio con dolo a circonvenzione d’incapace ad abbandono d’incapaci ad autoriciclaggio.

Si vantava di essere una “paladina” antimafia: ora Maricetta Tirrito dovrà rispondere delle accuse di omicidio e circonvenzione d’incapace per la gestione degli anziani di Ardea

Il rinvio a giudizio di Maricetta Tirrito, in carcere dal 12 dicembre scorso, è stato disposto dal Tribunale di Frosinone, competente per le vicende legate alla cosiddetta casa degli orrori” di Ardea, una Rsa abusiva in via Isernia che sarebbe stata fatta passare per una forma di cohousing. La prima udienza del processo, che vede sul banco degli accusati anche altre tre persone (il braccio destro della Tirrito Silvana Loconte, il compagno Fabio Corbo e un medico), si celebrerà il 3 maggio prossimo.

Le accuse sono, a vario titolo, la circonvenzione d’incapace, l’autoriciclaggio, l’abuso edilizio, l’abbandono di persone incapaci, l’esercizio abusivo della professione medica, il falso ideologico e materiale aggravati. E poi c’è l’ipotesi di omicidio con dolo eventuale: il procedimento riguardo a questo reato si riferisce alla morte di Luigi Bonomo, 72 anni, affetto da demenza senile e ospite della villetta, che sarebbe stato portato all’ospedale Sant’Anna di Pomezia quando ormai non c’era più niente da fare. La vittima sarebbe stata prima isolata dai suoi unici affetti, dei vicini di casa, poi spogliata di ogni bene. Agli imputati viene contestato che avrebbero addirittura tentato di impossessarsi della casa di proprietà dell’anziano.

Secondo la Procura anche un altro anziano originario di San Benedetto del Tronto, Vincenzo Pica, sarebbe stato al centro di un simile sistema di spoliazione. Tra le testimonianze verrà acquisita anche quella di Gigliola Iannuzzi che nella casa degli orrori di Ardea ha visto morire la sorella e lei stessa stava sprofondando verso il baratro. Nell’ordinanza delle misure cautelari, la Procura di Velletri descrive il sistema di spoliazione adottato dagli imputati.

Maricetta Tirrito, immortalata come “paladina” antimafia al fianco di influenti personaggi della Lega e di Fratelli d’Italia oltre che del prete antidroga don Antonio Coluccia di Tor Bella Monaca, è stata riconosciuta responsabile di un’altra vicenda a danno di anziani: nel 2016, infatti, venne condannata per appropriazione indebita in concorso nella sua qualità di direttrice di una casa di riposo di Torvaianica.

E’ bene ricordare che la posizione delle quattro persone rinviate a giudizio è quella di imputati, quindi innocenti, e che solo dopo la sentenza passata in giudicato potranno essere riconosciute le loro responsabilità ed essere considerate eventualmente colpevoli.