Neonato di 21 giorni morto dopo la circoncisione: condannate la mamma e due “santone”

La circoncisione del neonato in casa, nelle campagne di Monte Compatri. Ora la sentenza in abbreviato

Foto di archivio

Neonato di 21 giorni muore per una circoncisione illegale, condannate mamma e le due “santone” pagate per l’intervento.

La circoncisione del neonato in casa, nelle campagne di Monte Compatri. Ora la sentenza in abbreviato

La sentenza per le tre imputate è stata emessa dal tribunale di Velletri: il piccolo era morto sette ore dopo l’intervento di circoncisione illegale.

La mamma condannata a 4 anni e mezzo di carcere. Più alta la pena per le due “santone” che hanno eseguito a domicilio l’intervento: 8 anni e mezzo per la chirurga, 6 anni e mezzo per l’assistente.

L’intervento illegale

La tragedia risale a un anno fa, nelle campagne di Monte Compatri. Era il 24 marzo 2023. A casa del neonato arriva Egbe Kate I., in Nigeria abilitata alla professione.

La mamma paga l’operazione 300 euro, sette ore dopo il neonato muore a causa di una forte emorragia.

Le tre donne, tutte di nazionalità nigeriana vengono accusate di omicidio preterintenzionale e, chi ha operato, anche di esercizio abusivo della professione medica.

Inutile anche il salvataggio tentato in extremis. La mamma del neonato, disperata, aveva chiesto aiuto a una pattuglia di carabinieri impegnata i un posto di controllo in via Casilina, all’altezza del capolinea della metro C.

In lacrime aspettava l’arrivo dell’ambulanza col figlioletto in braccio ormai svenuto e in preda a una emorragia. I carabinieri la scortano fino in ospedale, ma il piccolo arriverà morto.

La condanna scontata

La sentenza è stata emessa dopo un processo con rito abbreviato, che, saltando il dibattimento, prevede la riduzione di un terzo della pena.

Nessuna delle tre intendeva causare la morte del neonato, ma di fatto hanno ignorato i rischi che poi hanno portato alla tragedia.

Le improvvisate sanitarie erano state trovate e arrestate un paio di giorni dopo grazie alle informazioni fornite proprio dalla madre del piccolo.

Una donna era stata posta in carcere, mentre l’altra ai domiciliari col braccialetto elettronico.