Mamma ‘premurosa’ porta cocaina al figlio detenuto nel carcere di Velletri: finisce in cella pure lei

La mamma fermata mentre tenta di consegnare una scorta di cocaina al figlio detenuto: finisce in carcere pure lei

Un carcere

Mamma di mezza età e particolarmente ‘premurosa’ viene sorpresa mentre porta droga al figlio in carcere: finisce in cella pure lei. E’ accaduto nella mattinata di oggi, 8 febbraio, nel carcere di Velletri dove una donna, ultrasessantenne, durante il colloquio col figlio detenuto – 45 anni e precedenti per rapina – ha provato a consegnargli una piccola scorta di cocaina. Gli agenti della penitenziaria si sono lanciati per bloccarla anticipando ogni mossa.

La mamma fermata mentre tenta di consegnare una scorta di cocaina al figlio detenuto: finisce in carcere pure lei

Al momento della scoperta del raggiro della donna nel carcere ci sono stati momenti di tensione. La donna è stata subito bloccata e arrestata per spaccio di stupefacenti con l’aggravante del luogo e situazione, la consegna in un istituto carcerario.

Nell’involucro 20 grammi di cocaina, un sogno per ogni detenuto con problemi di dipendenza. Probabilmente erano destinati allo spaccio interno.

Cocaina e play station

A fine gennaio altra sorpresa nel carcere di Velletri: i poliziotti della penitenziaria perquisendo a fondo le celle hanno scoperto che tra i passatempo dei detenuti c’erano i film su Sky e Netflix e sfide con la Play station e non solo droga e smartphone, più di ‘routine’.

A ricostruire l’arresto di oggi Maurizio Somma, segretario nazionale per il Lazio del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Nella tarda mattinata, la madre di un detenuto che aveva fatto ingresso in carcere per il colloquio con il figlio detenuto è stata sorpresa mentre tentava di passare della droga, poi quantificata in venti grammi di cocaina, all’uomo, 45 anni e ristretto per il reato di rapina”.

Apprezzamento al personale di Polizia Penitenziaria che, ancora una volta, con grande professionalità e astuzia ha stroncato sul nascere l’introduzione in carcere di sostanze stupefacenti”, si congratula il sindacalista.

Droga in carcere

Il problema dell’ingresso della droga in carcere – afferma Donato Capece, segretario generale del Sappe è questione ormai sempre più frequente, a causa dei tanti tossicodipendenti ristretti nelle strutture italiane”.

“Rispetto a tale problema – propone – bisognerebbe fare molto di più, seguendo l’esempio del carcere di Rimini, dove da tanti anni esiste un piccolo reparto, con 16 posti, dedicato a soggetti tossicodipendenti, i quali sottoscrivono con l’amministrazione un programma di recupero, impegnandosi a non assumere sostanze alternative, come il metadone, a frequentare corsi di formazione, a lavorare“.

Superato questo percorso iniziale – conclude Capece – vengono poi destinati alla comunità esterna e quasi tutti non fanno più ritorno in carcere, riducendo la recidiva quasi a zero. Peraltro, esiste una legislazione molto favorevole che consente a coloro che hanno superato, o abbiano in corso un programma di recupero, di uscire dal carcere. Questa è la strada da seguire“.