Ostia, litoranea ridotta a una discarica a cielo aperto. Rifiuti anche a via Paolo Orlando

Sacchetti della spazzatura sparsi a due passi dalla duna mediterranea lungo una strada trasformata in discarica

Una lunga sequenza di sacchetti abbandonati sui lati di una strada trasformata in discarica a cielo aperto insieme alla spazzatura sparsa dovunque dagli animali selvatici che sono stati attratti nottetempo dal forte odore di rifiuti. Si presenta così da questa mattina mercoledì 24 gennaio la via Litoranea che, dal Lido di Ostia, porta verso il villaggio Tognazzi.

Sacchetti della spazzatura sparsi a due passi dalla duna mediterranea lungo una strada trasformata in discarica

Una parte dell’immondizia giaceva nei pressi dei cassonetti posizionati in corrispondenza dell’ultimo stabilimento che si trova sulla spiaggia libera di Capocotta. E ‘evidente che il mancato recupero dei rifiuti che giacciono sull’asfalto non è solo una questione di rispetto dell’ambiente e di decoro ma anche di rischio per il fragile ecosistema della macchia mediterranea situata a cavallo tra la tenuta presidenziale di Castel Porziano e l’arenile situato a sud di Ostia. A essere minacciate dalla presenza di scarti che attraggono animali che poi scavano furiosamente nella sabbia in cerca del cibo sono le piante e i cespugli saldamente ancorati al terreno grazie a radici capaci di espandersi in profondità.

La presenza di specie queste specie vegetali ha una duplice funzione, in primo luogo quella di proteggere gli alberi ad alto fusto dall’azione di disturbo della sabbia sollevata da vento, ma anche di permettere il consolidamento dell’arenile costantemente esposto all’azione erosiva del mare.

L’emergenza rifiuti nel frattempo si allarga anche ad altre zone del litorale dove la protesta si fa sentire per le lacune che caratterizzano il sistema di raccolta differenziata dei rifiuti da parte dell’azienda municipale per l’ambiente (Ama).

Tornano in particolare a puntare l’indice contro il degrado che caratterizza via Paolo Orlando a Ostia alcuni residenti che chiedono da anni di rimuovere alcuni grandi vasi originariamente posizionati lungo il marciapiede per ospitare piante ormai scomparse da tempo e i quali sono stati trasformati, grazie all’inciviltà di alcune persone, in cassonetti dove si depositano rifiuti di ogni genere. E il paradosso è che a poca distanza dagli stessi vasi si trova il secchio deputato alla raccolta dell’immondizia.

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