Occupazione dell’ex immobile di Atac, assolta la presidente di Lucha y Siesta

Assolta con formula piena: la presidente di Lucha y Siesta era accusata di occupazione abusiva

Assolta con formula piena dal giudice monocratico di Roma la presidente della Casa delle Donne ‘Lucha y Siesta’. Era finita sotto processo per l’occupazione dell’ex immobile di Atac, in via Lucio Sestio, al Tuscolano.

Assolta con formula piena: la presidente di Lucha y Siesta era accusata di occupazione abusiva

La notizia della assoluzione è stata comunicata, oggi, 22 gennaio,  all’esterno di piazzale Clodio in presenza delle attiviste dell’associazione che si occupano tra l’altro di assistenza alle donne che hanno subito violenza.

L’imputata era difesa dall’avvocatessa Federica Brancaccio. “Siamo dovuti arrivare alla quarta udienza ma finalmente possiamo dire che ‘Lucha y Siesta’ è stata assolta, è una vittoria collettiva, di tutte e tutti” hanno spiegato le appartenenti all’associazione.

All’estero del tribunale è stato affisso uno striscione con la scritta “L’antiviolenza non si processa“, slogan poi rilanciato in una nota stampa.

La questione politica su ‘Lucha y Siesta’ resta aperta e di estrema attualità.

Lo scontro politico

A ottobre la Regione Lazio ha messo di fatto sotto sfratto la Casa delle donne revocando la convenzione con l’obiettivo di mettere a bando la gestione dell’immobile, mentre un mese dopo il Campidoglio aveva annunciato la costituzione di parte civile per il procedimento per l’occupazione dell’edificio e in cui si chiedeva un indennizzo di 1,3 milioni di euro.

Occupazione dell'ex immobile di Atac, assolta la presidente di Lucha y Siesta 1
La casa di Lucha Y Siesta

Oggi si è concluso il processo ai danni dell’Associazione Casa delle donne Lucha y Siesta. Un’assoluzione dovuta, come il ritiro della costituzione di parte civile di Atac spa e Comune di Roma, ma non scontata in un paese dove la giustizia rischia di perdersi in percorsi lunghi e contorti“, hanno fatto sapere le attiviste.

Siamo felici, siamo gioiose e siamo ancora furiose – hanno aggiunto -. Per troppo tempo questo assurdo processo ha occupato il nostro pensiero e preoccupato il vivere quotidiano…Quindi oggi ci liberiamo ancora una volta dalla violenza di un potere che sentiamo cedere sotto i nostri passi …

La Regione Lazio, proprietaria dell’immobile, dovrà mettere via l’atteggiamento carico di pregiudizi che ha finora dimostrato di avere con la revoca della Convenzione tra Regione e Casa delle donne Lucha y Siesta, l’unico strumento valido perché costruito insieme all’istituzione stessa“, hanno concluso.