Al via la Legge Eco-vandali: per chi danneggia e deturpa beni culturali sanzioni fino a 60mila euro e la reclusione. Pene raddoppiate durante le manifestazioni
Da oggi ci penseranno due volte gli ambientalisti, prima di imbrattare monumenti e palazzi storici del patrimonio culturale e paesaggistico italiano, come forma di protesta verso le istituzioni, a loro giudizio “sorde e cieche” sul problema della crisi climatica.
Con la definitiva approvazione a Montecitorio del disegno di legge Eco-vandali, da oggi diventa legge per tutti la misura che punisce la distruzione, il danneggiamento, il deturpamento e il deterioramento dei beni culturali e paesaggistici del paese.
Si dice soddisfatto il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che ha dichiarato: “Ringrazio il Parlamento per il lavoro svolto, prima il Senato e oggi la Camera, per essere finalmente riusciti a raggiungere questo fondamentale traguardo. Oggi è una bella giornata per la cultura italiana e, in particolare, per il patrimonio artistico e architettonico della Nazione. Diventa legge il ‘ddl eco-vandali’, da me fortemente voluto, che stabilisce un principio cardine: d’ora in poi, chi arrecherà dei danni al patrimonio culturale e paesaggistico sarà costretto a pagare di tasca propria il costo delle spese per il ripristino integrale delle opere”.
“Chiunque distrugge, disperde, deteriora o rende in tutto o in parte inservibili o, ove previsto, non fruibili beni culturali o paesaggistici propri o altrui è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 20mila a euro 60mila”.
Chiunque, inoltre “deturpa o imbratta beni culturali o paesaggistici propri o altrui, ovvero destina i beni culturali ad un uso pregiudizievole per la loro conservazione o integrità ovvero ad un uso incompatibile con il loro carattere storico o artistico, è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 10mila a euro 40mila”.
Importi consistenti messi nero su bianco che non escludono anche la pena della reclusione per particolari fattispecie come ad esempio quella che riguarda i danneggiamenti commessi su teche, custodie e altre strutture adibite all’esposizione, protezione e conservazione di beni culturali esposti in musei, pinacoteche, gallerie e altri luoghi espositivi.
Per tali fatti la pena applicata potrà essere quella della restrizione da uno a sei mesi; con tutte le pene citate nel testo di legge, perfino raddoppiate, per chiunque, deturpa o imbratta cose mobili o immobili altrui in occasione di manifestazioni che si svolgono in luogo pubblico o aperto al pubblico.