Spionaggio, la Procura di Roma chiede 18 anni di carcere per l’ufficiale della Marina Walter Biot

L'ex capitano di fregata è accusato di spionaggio per aver consegnato a un funzionario russo documenti segreti in cambio di soldi

Palazzo di giustizia
L'ingresso di piazzale Clodio

Diciotto anni di carcere per spionaggio: è la richiesta di condanna avanzata dalla procura di Roma per Walter Biot, l’alto ufficiale della Marina Militare, residente a Pomezia e arrestato il 30 marzo 2021 a Spinaceto con l’accusa di aver passato dei documenti segreti a un funzionario russo in cambio di 5 mila euro.

L’ex capitano di fregata è accusato di spionaggio per aver consegnato a un funzionario russo documenti segreti in cambio di soldi

L’ex capitano di fregata, è stato già condannato a 30 anni di fronte al tribunale militare (ora si sta discutendo l’appello. L’accusa aveva chiesto l’ergastolo.

Nel processo penale celebrato a porte chiuse davanti ai giudici della Corte d’Assise di piazzale Clodio la procura di Roma contesta a Biot le accuse di spionaggio, rivelazione di notizie che per la sicurezza nazionale dovevano rimanere segrete e corruzione.

L’ufficiale si sarebbe procurato notizie che, nell’interesse della sicurezza dello Stato, dovevano rimanere segrete, per poi passarle in cambio di 5mila euro al funzionario russo Dmitry O., fermato con l’ufficiale e poi scarcerato.

Documenti consegnati, secondo l’accusa, tramite foto captate con uno smartphone dedicato.

Tra i 19 documenti fotografati ce ne sarebbero alcuni, della Nato, riservati e uno top secret, ha evidenziato il pm titolare dell’inchiesta durante la requisitoria.

Secondo quanto ricostruito, i documenti in questione riguardavano anche la lotta al terrorismo internazionale, mentre altri mostravano potenziali “debolezze” della Nato.

L’arresto e la carriera

Biot era stato arrestato a Roma il 31 marzo del 2021 dopo che da casa, a Pomezia, era uscito con la scusa di fare la spesa a Spinaceto. I documenti segreti erano contenuti nella sim di un telefonino riposta in una scatola di farmaci per il cuore.

E’ qui, a Spinaceto, che Biot dopo aver fatto la spesa, ha fatto salire in macchina un uomo. È un russo che lavora per l’ambasciata in Italia. Dmitry e Biot trascorrono insieme quasi mezzora a bordo dell’auto dell’ufficiale. Poi il russo scende.

I carabinieri del Ros che avevano seguito ogni sua mossa fanno scattare le manette.

Biot fino al 2010 aveva lavorato sulle navi della Marina Militare, poi era stato assegnato nell’Ufficio stampa della Difesa e infine dello Stato Maggiore dove avrebbe carpito i documenti da consegnare ai russi.