Roma, in memoria delle vittime dei nazifascisti quattro nuove pietre d’inciampo tra la città e il litorale

Altre pietre d’inciampo per ricordare chi venne trucidato e perseguitato durante l’occupazione tedesca della città

Sisto Quaranta deportato in Germania durante il rastrellamento del Quadraro quartiere dove è stata posta in sua memoria una delle nuove pietre d'inciampo

Quattro nuove pietre d’inciampo sono state collocate questa mattina, martedì 9 gennaio nei quartieri del Quadraro, di Centocelle, del Pigneto e di Acilia in memoria di altrettante vittime dell’occupazione nazifascista di Roma durante la Seconda Guerra Mondiale.

Altre pietre d’inciampo per ricordare chi venne trucidato e perseguitato durante l’occupazione tedesca della città

La prima delle cosiddette “stolpensteine” -nome dato al progetto ideato dall’artista tedesco Gunter Demnig con l’installazione sull’asfalto di blocchi ricoperti da una lastra d’ottone davanti alle abitazioni dei martiri di persecuzioni e ripreso una quindicina di anni fa in tutta Italia dall’associazione Arte in memoria a cura di Annachiara Zevi– è stata posta in ricordo di Sisto Quaranta, in via dei Ciceri 129 dove l’uomo aveva vissuto all’epoca dei fatti. Quaranta fu rastrellato il 17 aprile del 1944 dagli uomini della polizia segreta nazista agli ordini del colonnello Herbert Kappler responsabile dell’eccidio delle Fosse Ardeatine compiuto pochi giorni prima, nel pomeriggio di venerdì 24 marzo, nelle cave di pozzolana situate alle porte della capitale.

Sisto Quaranta memoria vivente scomparsa nel 2017 del rastrellamento del Quadraro

Quaranta, deceduto all’età di 93 anni nel 2017 resistette alla deportazione organizzata dagli occupanti per punire la popolazione romana maschile renitente alla leva indetta dalla Repubblica Sociale Italiana di Mussolini e dalle truppe di Hitler, dopo la resa dell’Italia agli angloamericani o che si rifiutava di offrirsi volontaria all’obbligo di lavorare per la Germania.

Rientrato in Italia dopo essere stato internato in una fabbrica tedesca Sisto Quaranta negli anni dell’immediato dopoguerra ha contribuito alla rinascita del quartiere da cui era stato strappato con violenza, e, a partire dagli anni Ottanta, è diventato un infaticabile testimone di quell’evento dimenticato dalla storiografia ufficiale.

Una testimonianza fatta di ricordi confluiti nella produzione di libri, raccolte fotografiche, filmati ma anche di assemblee, convegni, incontri nelle scuole e con i giovani affinché si tramandasse la memoria di quel terribile periodo. Quaranta fu anche un perno essenziale dell’iter che ha portato, nel 2004, all’attribuzione da parte del presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, della medaglia d’argento al merito civile al quartiere del Quadraro. Oltre alla pietra d’inciampo installata oggi la presenza di Sisto Quaranta tra le strade un percorse dai camion nazisti è impressa anche su un murale dipinto in una piccola via laterale situata nei pressi di Porta Furba.

Il pittore edile che sabotava i mezzi dei nazisti, il falegname di Bandiera Rossa e il partigiano delle Casette Pater ad Acilia

Altre due pietre d’inciampo sono state collocate in ricordo di due martiri trucidati tra i 335 che riposano nei sacelli in pietra grigia del mausoleo delle Fosse Ardeatine e che furono giustiziati da Kappler e dai suoi sgherri in seguito all’attentato condotto appena 24 ore prima, il 23 marzo del 1944 dai partigiani comunisti dei gruppi di azione patriottica (Gap) a via Rasella. A due passi da piazza Barberini dove l’esplosione di un carretto della spazzatura imbottito di tritolo uccise 33 componenti del reggimento di polizia altoatesina che transitava tutti i giorni a passo cadenzato su quell’angusto percorso in salita.

Una pietra d’inciampo è stata posizionata in  via Arpino 6 a Centocelle in memoria di Aldo Ercoli, classe 1916, (sepolto nel sacello 277 alle Fosse Ardeatine) pittore edile e membro del Partito d’Azione, clandestino sino alla fine della guerra, arrestato dai nazisti per aver compiuto diverse azioni di sabotaggio all’interno del suo quartiere prima di essere torturato nelle carceri di via Tasso e poi inserito nell’elenco dei todeskandidaten (condannati a morte per rappresaglia) stilato dalle Ss.

L’altra pietra di inciampo è stata posizionata in via Fortebraccio 25 per ricordare il sacrificio di Angelo Galafati (tumulato nel sacello 332 del sacrario delle Ardeatine), classe 1897, operaio falegname e carpentiere originario di Viterbo che abitava nel quartiere del Pigneto. Decorato con la medaglia d’argento al valor militare per aver continuato un’azione offensiva nei confronti del nemico nonostante le gravi ustioni riportate in combattimento dopo la resa dell’Italia agli angloamericani si era rifiutato di aderire al Partito Nazionale fascista.

Padre di cinque figli, durante l’occupazione Galafati aveva aderito al movimento comunista di Bandiera Rossa e aveva nascosto in casa sua sei prigionieri di guerra alleati sfuggiti alla cattura da parte dei nazisti. Venne arrestato il 13 marzo del 1944, e dopo nove giorni di detenzione nel carcere di Regina Coeli, fu trucidato alle Fosse Ardeatine.

Sempre nella mattinata di oggi, ma nel territorio litoraneo del X Municipio è stata collocata una pietra d’inciampo in via Giampietro Ferraris 46 presso le Casette Pater di Acilia alla memoria di Lido Duranti, anche lui martire dell’eccidio organizzato da Herbert Kappler e, durante l’occupazione nazifascista, capo partigiano del III plotone distaccato nel popoloso quartiere situato vicino a Ostia Lido (leggi qui).

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La posa della pietra d’inciampo dedicata alla memoria di Lido Duranti ad Acilia

Domani la posa di altre due pietre d’inciampo

La comunità scientifica del Consiglio nazionale delle ricerche si mobiliterà domani in memoria della famiglia Anticoli deportata ad Auschwitz in occasione della posa in programma domani mattina alle 9.30 in Piazzale Aldo Moro 7. Giacomo Anticoli – dipendente dell’Ente che dimorava nell’edificio dove ha ancora sede l’amministrazione centrale – la moglie Gemma e le figlie Luciana e Fiorella non fecero più ritorno dal campo di sterminio situato in Polonia. L’iniziativa si svolge a un anno esatto dalla firma dell’accordo di collaborazione sottoscritto dal Cnr insieme a Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Accademia Nazionale dei Lincei, Comunità Ebraica di Roma, Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche e Unione delle Comunità Ebraiche italiane (Ucei) per l’avvio del progetto “Pagina della Memoria” che ha tra i suoi scopi la raccolta e la divulgazione di testimonianze e documenti sull’impatto che le cosiddette “leggi razziali“, varate dal Governo fascista nel 1938, ebbero sulla comunità scientifica e accademica italiana. Sarà presente, tra gli altri, il Rabbino Capo di Roma, Riccardo Di Segni.

Alle 10.30 un’altra pietra sarà posizionata in via Sant’Angelo in Pescheria 34 dove ne esiste già un’altra dedicata al ricordo di Lazzaro Moscato e Chiara Limentani anch’essi scomparsi durante la persecuzione degli ebrei in Italia.

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