Come un vulcano che si risveglia e fa precipitare i cittadini in un incubo fatto di fumo e fuoco, così oggi l’impianto per il trattamento dei rifiuti di Malagrotta ha ricominciato a bruciare, a distanza di un anno e mezzo dal rogo dell’impianto TMB2.
Un incendio che ha tutto fuorché un movimento magmatico naturale alle spalle, mentre le forze di Polizia e in Carabinieri si trovano sul posto, in primis per dare supporto alle operazioni di un esercito di Vigili del Fuoco, e poi per indagare sulle origini del nuovo vasto rogo, con molta probabilità doloso. La nube tossica intanto si sta spostando verso i quartieri Aurelio e Ottavia.
A Malagrotta un esercito di Vigili del Fuoco per domare le fiamme del TMB1: attivata l’ARPA per l’emergenza diossina
Con la stessa potenza inarrestabile di quel maledetto 15 giugno del 2022, dalla 15,00 circa di oggi, un nuovo incendio sviluppatosi nell’impianto di Malagrotta sta trasformando l’unico TMB1 in funzione in una ciminiera che produce veleno.
Non è bastata a quanto pare l’esperienza drammatica del fuoco nel Tmb2 e la conseguente chiusura di quell’enorme impianto di trattamento rifiuti, a metterci al sicuro da un’altra bomba tossica come quella che è esplosa oggi pomeriggio.
Una catastrofe annunciata che ha richiesto sul posto in meno di due ore, la presenza di oltre 40 vigili del fuoco. Le operazioni sono ancora in corso per spegnere le fiamme altissime nell’impianto di trattamento biologico meccanico dei rifiuti.
Sul posto Polizia e Carabinieri oltre agli uomini e le donne della Polizia Locale per i quali è iniziato anche il complesso lavoro di gestione dell’emergenza sul fronte del traffico.
Ad essere attivata fin da subito giocoforza è l’Arpa. A lei toccherà nelle prossime ora darci tutte le informazioni soprattutto sulla presenza di diossina nell’aria, mentre la nube di fumo nero che si è sollevata sulla zona di sta spostando verso i quartieri Aurelio e Ottavia.
Le indicazioni della Protezione Civile
Un’emergenza fuoco quella di oggi, che non avremmo mai più voluto leggere e osservare dalle finestre chiuse delle nostre case, e invece eccola di nuovo a tormentare la pace della Vigilia di Natale, con l’unica certezza come sempre, di decine di uomini e mezzi che in una corsa contro il tempo stanno monitorando la situazione mentre dalla Protezione civile arrivano le prime indicazioni per mettere al sicuro la salute dei cittadini.
Si tratta di raccomandazioni che a titolo precauzionale, si rivolgono al momento soprattutto alla popolazione presente nel raggio di un chilometro dalla zona dell’incendio, e riguardano l’attenzione in primis a non sostare nei pressi dell’area interessata dall’incendio. Ma non basta.
Stavolta come allora l’emergenza richiede di mantenere chiuse le finestre in caso di fumi persistenti e maleodoranti e assolutamente non utilizzare al momento i condizionatori d’aria.
Il Numero Unico Emergenze 112 e la Sala Operativa h24 della Protezione Civile di Roma Capitale sono più che mai pronte nel caso di specifiche richieste di informazioni in queste ore, a rispondere al numero verde 800 854 854 o al numero 06 67109200.
Legambiente: “Urgente indicare le aree interessate dal flusso aereo dei fumi”
“Di fronte a questo nuovo incendio in uno dei luoghi cruciali del ciclo dei rifiuti romano, bisogna mettere in primo luogo in sicurezza la cittadinanza, indicando le aree interessate dal flusso aereo dei fumi” – ha dichiarato in una nota Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio.
Una riflessione sull’urgenza quella di Legambiente, che riguarda anche la necessità di trovare subito nuovi sbocchi per i rifiuti che dovevano essere trattati in quell’impianto, per evitare nei prossimi effetti devastanti sulle strade romane.
“Oggi – prosegue l’associazione ambientalista – c’è peraltro necessità importantissima di impianti per il Trattamento Meccanico Biologico, dentro i quali trattare indifferenziato da inviare poi a discariche e incenerimento, a causa della percentuale ancora altissima di questa frazione, in un sistema di raccolta che nella Capitale vede ferma la percentuale di raccolta differenziata al 45,9%”.