Assicurazioni di Roma: “Quando ti fai male sul bus e il sindaco non ti dà una mano”

La vicenda di Eleonora Manara che ha subito gravi conseguenze fisiche e si è vista negare qualsiasi diritto da parte delle Assicurazioni di Roma

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Le Assicurazioni di Roma capitale sono nate nel 1971 per garantire trasparenza e rapidità sul fronte del risarcimento dei danni subiti dai cittadini romani a causa di incidenti, cadute dovute a buche presenti sui marciapiedi e altre diavolerie del genere connesse alla responsabilità delle società partecipate dal Campidoglio. Questo sulla carta. Nella realtà questo gigante pieno di promesse sbandierate ai quattro venti anche sul proprio profilo aziendale somiglia più al Castello di Kafka che a una società di mutuo soccorso impegnata a tutelare chi la sostiene economicamente. E cioè i contribuenti che risiedono nella città eterna.

La vicenda di Eleonora Manara che ha subito gravi conseguenze fisiche e si è vista negare qualsiasi diritto da parte delle Assicurazioni di Roma

Tutto ciò almeno a giudicare dall’incredibile vicenda vissuta da Eleonora Manara, rimasta vittima alle ore 23.00 circa del 22 settembre dello scorso anno di una rovinosa caduta verificatasi su un mezzo Atac a causa della brusca frenata di un’autista che forse pensava di essere rimasto da solo a bordo del mezzo.

Mi trovavo sulla navetta sostitutiva Ma6 della metro A presa alla stazione di Colli Albani. Tutti i passeggeri erano scesi prima di me -racconta Eleonora- quando mi sono alzata per prenotare la mia fermata quasi al capolinea verso Battistini e sono stata sbattuta per terra dall’arresto improvviso dell’autobus. Nonostante mi tenessi saldamente al corrimano sono caduta all’indietro battendo la testa contro un gradino e gridando aiuto per lo spavento. A quel punto il conducente ha parcheggiato il mezzo e si è rivolto a me dicendo ‘ma perché c’è ancora qualcuno qui?’. Ho chiesto di essere soccorsa da un’ambulanza ma il primo che è arrivato sul posto è stato un controllore che ha voluto verificare i miei documenti e se fossi in possesso del titolo di viaggio”.

Eh sì perché, anche se molti non lo sanno, quando si acquista un biglietto Atac con il costo si paga anche una quota parte degli oneri relativi alla copertura di eventuali danni da responsabilità civile imputabili all’azienda municipalizzata dei trasporti.

Da quel momento in poi è iniziato il calvario di Eleonora che di mestiere fa l’attrice e in passato ha avuto, tra l’altro, ruoli nei film girati da registi del calibro di Pupi Avati, Paolo Virzì e Luigi Magni ma per le conseguenze di quell’inusitata manovra ha dovuto rinunciare a diversi impegni professionali.

Quella sera piangente e dolorante -puntualizza la donna- sono stata soccorsa dai sanitari del 118 che mi hanno immobilizzato sulla barella spinale e trasportata all’Aurelia Hospital dove sono rimasta in osservazione per 24 ore a causa della botta in testa”. Ma le lesioni più serie si erano verificate a due legamenti della spalla, rotti della forza di trazione esercitata al momento dell’arresto improvviso e all’acromion, una parte anatomica della scapola che, nel caso di Eleonora è purtroppo inoperabile.

La donna aveva chiesto invano la sola copertura delle spese mediche sostenute

Gli scettici potrebbero pensare che la vittima dell’incidente verificatosi quella maledetta sera a bordo della vettura Atac numero 2798 sia un pretesto per lucrare danaro. “Nulla di più falso -replica Eleonora- all’inizio ho provato a chiedere la copertura delle spese mediche che ho dovuto sostenere privatamente ma non ho avuto alcuna risposta e allora ho dato incarico a un avvocato di fare da tramite con Assicurazioni di Roma cui è stato trasmesso il referto di una visita medico legale confermata anche dal perito della controparte fino a quando, lo scorso mese di settembre mi è stato risposto che non mi sarebbe stato riconosciuto alcun diritto perché non avevo indicato testimonianze a mio favore ed era quindi possibile che fossi caduta per un malore o per una colpa a me imputabile e non per la frenata del bus. A parte il fatto che non ho alcuna intenzione di procurarmi testimoni falsi abbiamo provato a chiedere all’amministrazione di esibire almeno i dati della scatola nera del veicolo e le riprese registrate dalle telecamere di sorveglianza installate a bordo. Anche qui ci siamo trovati di fronte a un muro di gomma”.

Nella sostanza niente testimoni, niente video riprese, niente scatola nera con i dati sulla velocità del veicolo da trasporto. Nulla di nulla. Sul tappeto una sola via di uscita: quella di fare causa al Comune, tanto si tratterebbe soltanto di una delle moltissime pendenti contro Assicurazioni di Roma presso il foro della capitale fanno sapere dal Campidoglio. Un’eventuale vertenza che, in caso di sconfitta dell’amministrazione in un giudizio civile, costerebbe all’erario pubblico molto di più dei 17mila euro di danni sinora rivendicati dall’attrice che è comunque disponibile a raggiungere “un accordo anche per una somma inferiore”.

Eppure, come scritto a chiare lettere sul sito istituzionale, le Assicurazioni di Roma –partecipate al 76,77 per cento dal Comune di Roma, al 13,94 per cento da Atac e al 9,29 per cento da Ama, la municipalizzata attiva nel riciclaggio dei rifiuti– è un “organismo capace di gestire con serietà, efficienza, credibilità e affidabilità il complesso dei rapporti talvolta conflittuali con i cittadini romani” in un ventaglio di funzioni di mutua assistenza che, dalla responsabilità civile verso terzi e dagli infortuni si estende, tra l’altro, alla copertura di danni provocati all’ente locale “da incendi e disastri naturali”.

L’appello rivolto al sindaco di Roma Roberto Gualtieri affinché “faccia giustizia”

In sintesi si tratta di petizioni di principio che cozzano contro una realtà fatta di dinieghi e di argomentazioni da azzeccagarbugli che l’azienda oppone a chiunque si azzardi a chiedere assistenza e risarcimenti come testimoniato, tra l’altro, dalla lunga sequenza di infortuni verificatisi a via delle Gondole a Ostia Lido a causa di radici affioranti presenti su un marciapiede dissestato e mai riparato da anni (leggi qui).

Una delle motivazioni con cui le richieste di indennizzo vengono respinte al mittente è che l’azienda del Comune specializzata nel settore assicurativo sia a corto di risorse e sempre in crisi nel tentativo di far quadrare i propri bilanci. Pretesti che non reggono di fronte al fatto che il bilancio della municipalizzata è in possesso di “riserve tecniche pari a 180 milioni di euro con un indice di solidità patrimoniale che la pongono ai vertici assoluti del mercato” delle assicurazioni.

Eleonora Manara non chiede soltanto di essere risarcita ma si rivolge direttamente al sindaco di Roma, Roberto Gualtieri affinché, rimarca con estrema dignità, “mi aiuti a risolvere il problema visto che le Assicurazioni di Roma sono del Comune e faccia un atto di giustizia verso una cittadina che ha subito un danno irreversibile e che l’ha anche votata!”.