Roma, le monetine di Fontana di Trevi: che fine fanno

A chi sono destinare le monetine lanciate nella fontana più famosa al mondo

La Fontana di Trevi a Roma e le sue monetine
Fontana di Trevi

Per ogni moneta lanciata nella Fontana di Trevi la speranza che si avveri un desiderio e una certezza: quel gesto sarà trasformato da altri in una azione di beneficenza. Il Campidoglio ha appena rinnovato il protocollo di intesa con la Santa Sede per la destinazione delle monetine raccolte nella vasca più bella e famosa della Capitale.

A chi sono destinare le monetine lanciate nella fontana più famosa al mondo

L’accordo siglato nello specifico col Vicariato di Roma sarà valido per altri tre anni e con un fine già rodato: la montagna di monetine dovrà alimentare azioni di beneficenza in favore degli ultimi.

Le monetine, lanciate come rito propiziatorio nelle acque della Fontana di Trevi da parte dei visitatori di ogni nazionalità, sono, infatti, di proprietà di Roma Capitale e destinate da sempre a fini benefici.

Quello del lancio delle monetine è un rito noto in tutto il mondo, e sono davvero pochi i turisti giunti a Roma che non dedicano almeno mezzora a bordo fontana, non tanto e non solo per la magnificenza della vasca settecentesca voluta da Papa Clemente XII, ma proprio per il rito del lancio del soldino col relativo selfie.

Le donazioni

Soldi destinati poi alla Caritas, che incassa così quasi due milioni di euro all’anno. Nel tesoretto finiscono perlopiù spiccioli di euro, ma anche dollari, yen, yuan e prima della guerra con l’Ucraina pure i rubli.

Ad aspirare le monetine dalle acque della fontana tecnici specializzati di Acea, la municipalizzata che gestisce le acque della fontana. Con una potente pompa riescono in breve tempo a succhiare tutte le monetine lanciate dai turisti.

L’operazione prelievo è uno spettacolo per chi assiste. Scena da far invidia ai tanti ladri che si sono avvicendati negli anni per riempirsi le tasche.

Tentativi spesso finiti male come quelli dei turisti, emuli di Anita Ekberg, che come cartolina ricordo optano per il bagno in una delle fontane più famose al mondo, se non la più famosa.

Scoperta la fine o meglio la finalità delle monetine non resta che conoscere dove finisce l’acqua della Fontana di Trevi. La risposta vi sorprenderà

L’origine del mito e del rito

Ma quanti miti nasconde la Fontane di Trevi? Le interpretazioni tra storia e leggenda sono molteplici. Una, la più suggestiva, affonda le sue radici addirittura nell’Antica Roma, precisamente nel 19 dopo Cristo.

Questa versione ha come protagonisti i soldati dell’esercito di Agrippa (politico, militare e architetto vicino all’imperatore Augusto).

I soldati dell’ex console esausti dopo le fatiche della battaglia, lungo il tragitto di ritorno verso la Città Eterna, cercarono un luogo dove trovare riposo e ristoro.

Fu allora che si imbatterono in una giovane che li indirizzò ad una fonte, la Fonte di Salone, che ancora oggi sorge a 20 chilometri di distanza da Roma. Il fatto diede al loro generale una brillante idea. Agrippa infatti, grazie a quella fortuita scoperta, decise di far edificare un acquedotto che conducesse l’acqua fino a Roma, più precisamente proprio nel punto in cui sgorga anche ai giorni nostri dalla Fontana di Trevi.

Tanti popoli vissuti prima di Cristo, romani compresi erano soliti inoltre gettare monetine in fontane, fiumi o laghi per accattivarsi il favore delle divinità delle acque ed essere tutelati durante un viaggio.

L’incantesimo dell’archeologo

Una versione più attendibile e vicina a noi è stata svelata da Lucia Travaini, numismatica di fama internazionale, capace di reperire un articolo del 1900 del bibliografo Richard Wunsch, scritto in onore di Wolfgang Helbig (1839-1915) un archeologo tedesco punto di riferimento di studiosi che arrivavano a Roma e se ne andavano pieni di malinconia.

Helibig per infondere la speranza di ritorno avrebbe inventato il rito del lancio della monetina nella fontana di Trevi, una sorta di incantesimo per tornare a riassaporare le bellezze artistiche di Roma.