Incidente a Casal Palocco, lo youtuber a processo da febbraio

Per la morte del piccolo Manuel disposto il processo: lo youtuber sarà a giudizio da febbraio

L'incidente a Casal Palocco

Partirà tra più di due mesi il processo a carico di  Matteo Di Pietro, il giovane youtuber che era alla guida del suv Lamborghini coinvolto nell’incidente, avvenuto lo scorso 14 giugno a Casal Palocco, in cui è morto un bambino di 5 anni, Manuel Proietti. Il piccolo viaggiava con la mamma e la sorellina rimaste ferite nello scontro.

Per la morte del piccolo Manuel disposto il processo: lo youtuber sarà a giudizio da febbraio

Per Matteo Di Pietro la procura di Roma ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato contestando le accuse di omicidio stradale aggravato e lesioni perché “per colpa consistita in negligenza, imprudenza ed imperizia” e “inosservanza delle norme sulla circolazione stradale avendo tenuto una velocità eccessiva (di circa 120 Km/h) su via Di Macchia Saponara in rapporto al limite imposto (50 km/h)”.

Secondo il capo di imputazione una velocità non adeguata alle caratteristiche e alle condizioni della strada urbana percorsa e all’approssimarsi di una intersezione, tanto che l’imputato non riusciva ad arrestare subito il veicolo che andava a collidere travolgendola contro la parte laterale destra la Smart For Four guidata dalla mamma con i suoi due bambini a bordo.

L’utilitaria – in base alla ricostruzione della procura – proveniva dal senso opposto di marcia ed aveva intrapreso la svolta a sinistra su via Archelao di Mileto quando la Lamborghini era a circa 90 metri di distanza.

Per l’accusa è così che lo youtuber avrebbe cagionato la morte del bambino (per cui ora è accusato di omicidio stradale), e le lesioni personali alla madre e alla sorellina della stessa vittima.

La data

Il processo è stato fissato per il prossimo 27 febbraio davanti al giudice monocratico.

La procura non ha ravvisato responsabilità per gli altri ragazzi sulla supercar e per lo più appartenenti ai TheBorderline e impegnati come Di Pietro in una challange. Nella loro pagina da tempo postavano filmati compiendo azioni pericolose con l’obiettivo di “far divertire” i loro follower.

Il giorno dell’incidente l’imputato era impegnato in una challange, al volante per 50 ore consecutive al solo scopo di riprendersi e postare il video sui social.