Atac – alla vigilia dalla manifestazione contro la violenza sulle donne – si ritira dal procedimento penale per occupazione abusiva contro Lucha y Siesta. Le posizioni del Campidoglio sulla Casa delle donne al Tuscolano, ricavato in un ex edificio di Atac occupato, si divaricano sempre più da quelle della Regione Lazio.
Contro Lucha y Siesta si chiedeva un indennizzo di oltre un milione di euro
Mentre un mese fa la Regione Lazio ha messo di fatto sotto sfratto la Casa delle donne revocando la convenzione con l’obiettivo di mettere a bando la gestione dell’immobile, oggi il Campidoglio ha fatto annunciato che ritirerà la costituzione di parte civile nei confronti delle imputate sotto procedimento per l’occupazione dell’edificio in cui si chiedeva un indennizzo di 1,3 milioni di euro.
Un atto che di fatto che “condona” il lungo periodo di occupazione come già per oltre 800 occupanti abusivi di stabili comunali.
Su indicazione del Sindaco Roberto Gualtieri, il Capo di gabinetto di Roma Capitale Alberto Stancanelli ha invitato con una lettera il Direttore generale di Atac, Alberto Zorzan, a ritirare la costituzione di parte civile nel procedimento contro La Casa delle Donne Lucha y Siesta. La partecipata ha risposto positivamente alla richiesta di Roma Capitale e nella giornata di lunedì procederà alla revoca formale.
Le motivazioni
“Roma Capitale vuole incentivare ogni misura volta a prevenire e contrastare qualsiasi forma di violenza sulle donne. In questo contesto si inserisce l’esperienza della Casa delle Donne Lucha y Siesta, che dal marzo del 2008 è attiva come centro antiviolenza, casa di accoglienza per donne e come luogo culturale e di confronto” fa sapere il Campidoglio.
“L’importante valore sociale delle sue attività di prevenzione e di contrasto per la salvaguardia dei diritti delle donne è stato riconosciuto anche da una mozione dell’Assemblea capitolina dello scorso 16 novembre”, si precisa ancora.
“Grazie ad Atac per aver accolto positivamente la nostra richiesta di non costituirsi parte civile nel procedimento conto Lucha y Siesta”, ha dichiarato il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.
“Roma – ha aggiunto il sindaco – vuole fare la sua parte per salvaguardare l’esperienza della Casa delle Donne Lucha y Siesta, un importante presidio antiviolenza, un centro socio-aggregativo fondamentale per la città, con un’indiscutibile valenza sociale quale rifugio e luogo di rinascita delle vittime di violenza, grazie anche ai percorsi di autodeterminazione attivati. Roma Capitale è e sarà sempre dalla parte delle donne“.
La posizione di Rocca
Diversa la posizione della Regione Lazio sotto la guida di Rocca che punta, invece, allo sfratto.
L’assessora alle Pari opportunità Simona Baldassarre, infatti, mira a riqualificare l’immobile in via Lucio Sestio per poi assegnarlo tramite una procedura pubblica. Alla gara potranno partecipare tutti gli enti e le associazioni iscritte all’albo regionale delle organizzazioni di donne impegnate nel contrasto alla violenza di genere e nel sostegno ai percorsi di uscita dalla violenza, assicurando oltretutto la presa in carico da parte dell’affidatario del servizio delle donne e dei minori già accolti presso la struttura.
Il provvedimento varato prevede il rilascio dell’edificio e per le ospiti “il contestuale ricollocamento presso strutture antiviolenza appartenenti alla rete regionale di concerto con Roma Capitale”.
In particolare, si considera che “ad oggi la convenzione con l’associazione Casa delle donne Lucha y Siesta”, il cui schema è stato approvato dalla giunta Zingaretti “non è stata sottoscritta dalle parti e pertanto l’immobile di Via Lucio Sestio non risulta attualmente concesso in comodato d’uso”, riporta la delibera.