Roma, via la scorta alla giudice Emanuela Attura

La giudice resta senza scorta: era stata minacciata da un Casamonica

La giudice Emanuela Attura

Scorta revocata alla giudice del tribunale di Roma Emanuela Attura, da tre anni, fino ad oggi, protetta giorno e notte da due militari della Finanza.

La giudice resta senza scorta: era stata minacciata da un Casamonica

Una tutela personale, una sorta di scorta leggera disposta dall’Ufficio centrale interforze per la sicurezza personale del Dipartimento di pubblica sicurezza, su indicazione del ministero della Giustizia. Scorta da qualche giorno revocata.

La giudice per le indagini preliminari Emanuela Attura dopo le minacce a lei rivolte da Raffaele Casamonica, uno dei presunti boss del clan finito al centro di più inchieste, non avrà più alcuna forma di protezione.

Questa giudice me la porterò nella tomba”, aveva detto il Casamonica a un familiare non sapendo di essere intercettato.

Ora Raffaele Casamonica è affetto da una grave malattia e alla giudice è stata revocata la protezione.

Le inchieste

Il provvedimento è diventato esecutivo oggi, 22 novembre. Con la firma di misure cautelari molto importanti la gip Attura aveva riconosciuto la contestazione del 416 bis nei confronti di alcuni appartenenti della famiglia Casamonica.

In questi mesi si è anche occupata di altri casi di portata nazionale tra cui la strage di Fidene commessa da Claudio Campiti.

Il suo nome, però, è finito alla ribalta dopo che aver firmato l’imputazione coatta nei confronti dell’attuale sottosegretario alla Giustizia e deputato di Fratelli d’Italia Andrea Delmastro, per il quale il pm aveva chiesto l’archiviazione, nella vicenda della fuga di notizie nell’inchiesta sulla detenzione dell’anarchico Alfredo Cospito.

La giudice non ha voluto al momento commentare la decisione presa nei suoi confronti. Per quell’imputazione coatta il gip era finita al centro delle polemiche. Ad appoggiarla i colleghi di Area Democratica per la Giustizia che all’epoca dei fatti chiese al Comitato di presidenza del Consiglio superiore della magistratura l’apertura di una pratica a tutela di Emanuela Attura presso il Tribunale di Roma.

Apertura di una pratica a tutela della dottoressa Emanuela Attura, gip presso il Tribunale di Roma, indebitamente accusata di appartenere ad una frangia della magistratura tacciata di svolgere un ruolo attivo di opposizione politica nei confronti del governo in carica, in vista della campagna elettorale per le prossime elezioni europee”: è questa la richiesta al Comitato di presidenza del Consiglio superiore della magistratura presentata dai Consiglieri togati del Csm in quota AreaDg: Francesca Abenavoli, Marcello Basilico, Maurizio Carbone, Geno Chiarelli, Antonello Cosentino, Tullio Morello.

Il detenuto salvato

A ottobre il gip Attura era tornata al centro di un episodio di cronaca per essere accorsa da piazzale Clodio a Regina Coeli per contribuire al salvataggio di un detenuto egiziano di 23 anni, che aveva mandato in cella qualche giorno prima per rapina aggravata. Il giovane salito sul tetto del carcere minacciava di buttarsi nel vuoto se non avesse ottenuto un colloquio con il magistrato. La giudice è andata sul posto e lo ha convinto a interrompere la protesta.