Non ci sono i soldi per la manutenzione: vanno chiuse le piste ciclabili di Casal Palocco, Dragoncello e lungomare di Ostia

La Polizia locale ordina la chiusura delle piste ciclabili. A Casal Palocco pedoni, passeggini e disabili costretti a camminare sulla strada deformata dalle radici. Giallo sul documento

L’amministrazione locale non ha i soldi per effettuare la manutenzione ordinaria delle piste ciclabili così la Polizia locale ne ordina la chiusura. Anche di quelle, come a Casal Palocco, dove la ciclopedonale è l’unico spazio dove far passare pedoni, passeggini e disabili, costretti a transitare su strade deformate dalle radici degli alberi.

La Polizia locale ordina la chiusura delle piste ciclabili. A Casal Palocco pedoni, passeggini e disabili costretti a camminare sulla strada deformata dalle radici. Giallo sul documento

Succede nel X Municipio dove una determina dirigenziale firmata dal comandante del gruppo Roma X Mare della Polizia Locale, Guido Calzia, vieta l’apertura delle piste ciclabili di Acilia-Axa-Infernetto, Dragoncello e Lungomare Duca degli Abruzzi di Ostia.

Il giallo del divieto

Nonostante il documento sia sparito dal sito istituzionale del Comune di Roma, canaledieci.it è riuscito a entrarne in possesso. Si tratta di una determina dirigenziale firmata il 4 ottobre scorso dal comandante del gruppo Roma X Mare, Guido Calzia. L’esecutività del provvedimento è immediata e la sua scadenza è stata fissata al 21 ottobre. L’oggetto del provvedimento è la “Istituzione provvisoria disciplina traffico sulle piste ciclabili di Acilia-Axa-Infernetto, Dragoncello, lungomare Duca degli Abruzzi per interdizione delle stesse”. In buona sostanza l’iniziativa prende le mosse da una nota del Dipartimento Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana (SIMU) del Comune di Roma.

In quel documento, trasmesso anche all’assessora comunale ai Lavori Pubblici Ornella Segnalini e al X Municipio, viene sottolineato che “i fondi a disposizione della Manutenzione Ordinaria delle Strade di Grande Viabilità non permettono di intervenire efficacemente anche a supporto delle piste ciclabili”. Pertanto, “non essendo possibile, al momento, garantire gli interventi di sfalcio, segnaletica e manutenzione della pavimentazione necessari alla fruizione in sicurezza delle infrastrutture” è stata richiesta la interdizione delle piste.

L’assurdo caso di Casal Palocco

Alla luce della misteriosa disposizione della Polizia locale, da ieri sera la pista ciclopedonale di via Alessandro Magno è stata sbarrata in ogni incrocio stradale da new jersey di cemento. Non se ne capisce la ragione, non solo perché le condizioni del piano di transito sono ottimali ma soprattutto perché non si tratta di una pista ciclabile ma dell’unico marciapiedi che consente ai pedoni di potersi spostare. Per questo motivo i residenti – che siano comuni pedoni come mamme con il passeggino o disabili su sedia a rotelle – sono costretti a camminare al bordo della carreggiata stradale rischiando di essere investiti dagli automobilisti già impegnati a schivare le deformazioni dell’asfalto date dalle radici degli alberi. Va ricordato, infatti, che via Alessandro Magno è la strada oggetto della disputa tra le istituzioni e gli ambientalisti che si oppongono all’abbattimento degli alberi necessario per rifare l’asfaltatura.

Non ci sono i soldi per la manutenzione: vanno chiuse le piste ciclabili di Casal Palocco, Dragoncello e lungomare di Ostia 1
A Casal Palocco marciapiedi sbarrati indistintamente a biciclette, pedoni, carrozzine e disabili – canaledieci

In ogni caso dal Consorzio di Casal Palocco, dove si contesta che nessuno tra Polizia Locale e Ufficio tecnico abbia fatto un sopralluogo per costatare le effettive condizioni di sicurezza dei marciapiedi per i pedoni, si preannunciano ricorsi contro il provvedimento. “Sarebbe bastato mettere un cartello di divieto per i ciclisti per evitare di sbarrare i marciapiedi indistintamente” si protesta.

L’omissione su Ostia

Riguardo a Ostia, al di là del curioso ritardo nell’applicazione della determina di chiusura, è singolare che il provvedimento consideri privo di sicurezza solo il tratto di pista ciclabile di lungomare Duca degli Abruzzi e non anche il proseguimento su lungomare Paolo Toscanelli fino a via Giuliano da Sangallo. Le crepe nel tracciato, la sabbia che invade il percorso, la vegetazione che mette in pericolo i ciclisti anche nel tratto non vietato, evidentemente non sono considerate criticità sufficienti. Oppure questo è il riconoscimento ufficiale che quella sul marciapiedi di lungomare Paolo Toscanelli non è una vera pista ciclabile, così come contestati da molti?