Sono iniziati oggi a Ladispoli gli sgomberi dei locali sotto il ponte 9 novembre, occupati abusivamente da alcune persone senza fissa dimora. A darne notizia è il Comune.
Nel frattempo è giunta la disponibilità della diocesi di Porto-Santa Rufina per aiutare, tramite la Caritas diocesana, le persone in difficoltà.
Diocesi Porto-Santa Rufina interviene su sgomberi: ”Daremo alle persone tutto il supporto possibile”
Lo sgombero è stato messo in atto oggi, lunedì 13 novembre. Il Comune ha seguito le operazioni portate avanti dalle Forze dell’ordine in collaborazione con le associazioni di volontariato Avalon, Caritas, Croce Rossa e Fare Ambiente.
Le persone sgomberate sono state trasferite momentaneamente nei locali dell’ex scuola del Boietto. Dal Comune arrivano rassicurazioni: “Riceveranno l’assistenza di cui necessitano”.
Lo sgombero sarebbe stato necessario, spiega il sindaco Alessandro Grando, “per le pessime condizioni in cui vivevano da tempo i senza fissa dimora, con seri rischi igienico sanitari. Oltretutto si era creata una situazione di reale pericolosi per la sicurezza pubblica, visto che all’interno dei locali sotto il ponte sono stati trovati precari allacci abusivi alla rete elettrica, stufette e bombole del gas”.
In ogni caso gli sgomberi non sono finiti. A fine mese si procederà con roulotte e camper nel parcheggio di scambio sulla Settevene Palo ma si tratterà di un’operazione più complessa poiché, in questo caso, sono coinvolti vari veicoli parcheggiati.
Sulla questione degli sgomberi è arrivato anche il supporto, alle persone in difficoltà, da parte della diocesi Porto-Santa Rufina.
“In vista dei prossimi sgomberi delle persone senza dimora che occupano alcuni spazi nella città di Ladispoli –spiegano dalla diocesi – la diocesi di Porto-Santa Rufina assicura che la sua Caritas diocesana si rende disponibile a collaborare per individuare percorsi di aiuto a favore di queste sorelle e di questi fratelli in condizione di fragilità e marginalità, oltre alle quotidiane attività di ascolto, mensa e servizio docce del centro che opera a Ladispoli. Raccogliendo la preoccupazione di tutta la comunità cristiana per il futuro di queste persone, la diocesi ripone la sua fiducia nell’operato delle autorità competenti per assicurare a ogni donna e a ogni uomo coinvolti negli interventi soluzioni strutturali che garantiscano la loro dignità affinché nessuno si senta escluso e abbandonato”.