Dopo il crollo del pino sulla complanare della Colombo esplode il caso di 4,7 milioni di euro di messa in sicurezza delle strade bloccati dagli ambientalisti per “salvare” 64 alberi
Per salvare 64 alberi dall’abbattimento chiedono di bloccare un appalto da 4,7 milioni di euro per il rifacimento e la messa in sicurezza delle due circonvallazioni di Casalpalocco. Rischiando prima la chiusura di quelle strade al transito o, in stretto subordine, la caduta dei pini addosso ai residenti.
Effetto da naziambientalisti o, se si preferisce, da ambientalisti radical chic che sono riusciti a bloccare l’appalto per la messa in sicurezza di via Alessando Magno e via Gorgia di Leontini, le due circonvallazioni di Casalpalocco, alla vigilia dell’inizio dei lavori. La storia ha inizio circa quattro anni fa quando, in ragione del gravissimo ammaloramento di quelle arterie di fondamentale importanza per il quartiere verde, il Campidoglio destina finalmente 4,7 milioni di euro per la loro sistemazione. L’asfalto è deformato dalle radici dei pini piantati oltre sessant’anni fa.
Il X Municipio, ottenuti i fondi, si mette a lavoro con un certo ritardo, tale da far rischiare anche il ritiro del finanziamento speciale. Si parte con lo studio della situazione, un agronomo certifica che per rifare l’asfalto bisognerà grattare le radici (alte anche 40 cm dal piano stradale) facendo perdere la stabilità a diversi di quegli alberi. La relazione dell’agronomo (lunga 140 pagine) si rallegra per l’ottimo lavoro svolto dal Consorzio di Palocco, manutentore del verde, che ha salvato dalla morte per cocciniglia tartaruga il vasto patrimonio arboreo. Però, secondo quel tecnico, dei 1600 pini presenti nel quartiere a bordo strada, 64 dovranno essere sacrificati: la “grattatura” delle radici orizzontali per riposizionare l’asfalto, farebbe perdere loro la stabilità.
Gli esperti, dal tecnico esterno a quelli del X Municipio fino al Dipartimento Tutela Ambiente del Campidoglio, certificano che non ci sono alternative: quei 64 pini vanno abbattuti. Bisogna scegliere tra la chiusura delle strade oppure, com’è successo questa mattina sulla Colombo, la caduta improvvisa di quegli alberi.
In un Paese come il nostro, dove spesso vince il populismo, succede che l’assessore comunale all’Ambiente, Sabrina Alfonsi, sollecitata da un gruppuscolo di ambientalisti radical chic, ferma tutto proprio alla vigilia dell’avvio dei lavori e incarica i suoi tecnici di trovare una soluzione diversa dall’abbattimento. Così, gli stessi tecnici che avevano dato parere positivo alla rimozione del pericolo, sono costretti a ripartire dal via di quello che sembra un drammatico gioco dell’oca.
“C’è un problema di sicurezza da tenere a mente – commenta il presidente del Consorzio Casalpalocco, Fabio Pulidori – Dopo aver tribolato tanto per ottenere i fondi utili a rimettere in sicurezza quelle strade, dobbiamo rischiare che quei lavori vengano ancora una volta rimandati per soluzioni che sembrano rimediate. Il quartiere non si può permettere il lusso di chiudere via Alessando Magno e via Gorgia di Leontini, dove transitano le linee bus e i mezzi di soccorso. E lo dice chi ha dimostrato con i fatti di tenere in maniera puntigliosa al bene del nostro patrimonio ambientale”.
Magari vale la pena anche di ricordare che proprio nei giorni scorsi, con la sventolata del 3 novembre, per il rischio di caduta alberi, il sindaco è stato costretto a chiudere al transito via di Villa di Plinio, a due passi da Casalpalocco.