Dopo gli aumenti del Comune di Roma, il Governo autorizza la “super-tassa” di soggiorno del Giubileo

Il Governo per il Giubileo autorizza l’innalzamento di altri due euro la tassa di soggiorno già aumentata un mese fa dal Campidoglio: alloggiare a Roma costerà fino a 12 euro al giorno

Controlli in una fontana presa d'assalto da turisti

Nella manovra economica del Governo Meloni c’è spazio anche per ulteriori aumenti della tassa di soggiorno. In occasione del Giubileo, infatti, viene concesso ai comuni di incrementare di 2 euro al giorno da tassa di soggiorno.

Il Governo per il Giubileo autorizza l’innalzamento di altri due euro la tassa di soggiorno già aumentata un mese fa dal Campidoglio: alloggiare a Roma costerà fino a 12 euro al giorno

Lo si apprende dall’agenzia AdnKronos. Per il 2025, in occasione delle celebrazioni del Giubileo della Chiesa Cattolica, i comuni «possono incrementare», si evidenzia, l’imposta di soggiorno a carico di coloro che alloggiano nelle strutture ricettive fino a 2 euro per notte. Ciò significa che dormire a Roma e a Venezia potrà costare fino a 12 euro al giorno. Anche le altre città potranno aumentare la tassa di soggiorno, in questo caso fino a un massimo di 7 euro per notte.

Com’è noto, la tassa di soggiorno costituisce un fondo economico destinato al Comuni ma le amministrazioni locali beneficeranno in modo indiretto anche delle risorse previste in questa manovra dal Governo per la pianificazione e la realizzazione delle opere e degli interventi funzionali al Giubileo. Per queste voci al Ministero dell’Economia è autorizzato un fondo ad hoc per la spesa di 75 milioni di euro nell’anno 2024, di 305 milioni di euro nell’anno 2025 e di 8 milioni di euro nell’anno 2026, nonché per interventi di conto capitale nella misura di 50 milioni di euro per il 2024, 70 milioni di euro per l’anno 2025 e 100 milioni di euro per l’anno 2026.

Parte di quelle somme sono finanziate anche, come spiega la relazione tecnica, «per l’assunzione di personale con forme di lavoro flessibile».

Dopo l’aumento della cedolare secca – portata dal 21% al 26% per le locazioni brevi – è un altro durissimo colpo verso quella che dovrebbe costituire la principale risorsa economica per il Paese, ovvero il turismo. Già a ottobre le strutture ricettive della Capitale, e a cascata ogni singolo visitatore di Roma, hanno dovuto subire la stangata della tassa di soggiorno, aumentata in alcune voci, fino al 75%. In cambio di una città sporca, con trasporti pubblici carenti e appesantita da innumerevoli disservizi.